Vaticano: solidarietà alle vittime dell’Orissa. Vescovo indiano: Una vergogna per lo Stato
di Nirmala Carvalho
La Santa Sede chiede anche di ricostruire un clima di dialogo e di riconciliazione. Il card. Gracias, presidente dei vescovi indiani, accusa il governo di lentezze e la polizia di inefficacia. Dolore per la morte del fondamentalista indù Swami Laxamananda. “Diaboliche” le violenze contro suore e missionarie, che donano la vita per lo sviluppo sociale della popolazione. Sr Nirmala Joshi, succeduta a Madre Teresa: Non si può essere discepoli di Cristo senza pagarne il prezzo, che è la Croce.

Mumbai  (AsiaNews) – Il Vaticano ha espresso “solidarietà alle Chiese e congregazioni religiose” dell’India, fatti oggetto di “violenze” e chiede a tutti di ricostruire “un clima di dialogo e rispetto vicendevole”. L’appello alla riconciliazione viene accolto anche dalla Chiesa indiana e dalle suore di Madre Teresa, mentre nell’Orissa crescono le azioni di distruzione e incendi contro case, chiese e istituzioni cristiane.

La sala stampa della Santa Sede ha diramato oggi un comunicato in cui si riprovano “queste azioni che ledono la dignità e la libertà delle persone e compromettono la pacifica convivenza civile”.

Da Mumbai, il presidente della Conferenza episcopale dell’India, card. Oswald Gracias, con “dolore e tristezza” segue gli eventi dell’Orissa, ma punta anche il dito contro il governo: “Come è possibile – dice ad AsiaNews - che esso non abbia previsto in tempo la situazione e preso tutte le misure per fermare questo caos ricorrente?”. Il porporato ricorda che anche nel dicembre scorso sono accaduti fatti simili nella regione, con villaggi assediati, chiese bruciate e uccisi. Per il presidente dei vescovi indiani, questi episodi sono “una vergogna per la nostra patria, una macchia sull’immagine dell’India. La comunità internazionale rischia di vederci come un Paese dove il governo tarda ad intervenire e dove la polizia è inefficace”.

Il card. Gracias afferma di essere “triste” anche per la morte di Swami Laxamananda, la cui uccisione ha scatenato le violenze dei fondamentalisti indù, che affermano essere i cristiani i mandanti dell’assassinio. “La Chiesa indiana - continua - ha immediatamente condannato l’uccisione del Guruji. Ma la Chiesa non ha mai preso parte ad alcuna violenza. Queste vendette contro i cristiani sono pura follia”.

Il prelato definisce “barbari e perversi” gli atti che hanno portato alla morte una laica missionaria bruciata viva in un orfanotrofio e allo stupro di una suora. “Il personale religioso femminile – spiega - ha donato tutta la vita per promuovere lo sviluppo di quelle persone che le hanno assalite; le nostre suore hanno dato dignità a queste persone con i loro servizi sociali e sono state brutalizzate. Tutto ciò è davvero diabolico”.

Sr Nirmala Joshi, che è succeduta a Madre Teresa nella guida delle Missionarie della carità dice che “è doloroso che le persone che noi serviamo, a cui facciamo del bene, facciano queste cose… ma dobbiamo perdonare e andare avanti, con gli occhi fissi alla nostra missione”.

Un ospedale per anziani, tenuto dai Missionari della Carità è stato distrutto (per la seconda volta); alcune suore di Madre Teresa sono state prese a sassate. Sr Nirmala è in continuo contatto con loro.

“Papa Benedetto XVI ha detto che la beata Madre Teresa è stata una vera discepolo di Gesù Cristo.. Ma non c’è Gesù senza la croce. Non possiamo essere discepoli di Cristo, senza pagarne il prezzo, che è la Croce”.