Xinjiang: raid della polizia contro i ribelli musulmani, 6 uccisi
Nuove violenze nella provincia occidentale cinese, teatro di scontri fra gli agenti di Pechino e i separatisti musulmani. La polizia dice di aver reagito all’attacco del gruppo di musulmani; associazione che difende i diritti degli Uiguri parla invece di un “attacco deliberato”

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Sei morti e tre arresti: è il bilancio di una operazione della forze di polizia cinesi nella provincia occidentale dello Xinjiang, zona a maggioranza musulmana di etnia Uiguri, che da tempo registra episodi di violenza fra separatisti e governo centrale.

Secondo le prime ricostruzioni, nella tarda serata di ieri a Kasghar una pattuglia della polizia si è imbattuta in nove sospetti. All’alt degli agenti il gruppo avrebbe reagito estraendo anche dei coltelli; i militari hanno aperto il fuoco uccidendo sei persone e fermandone altre tre.

Fonti del World Uighur Congress, associazione che difende i diritti della minoranza musulmana di stanza in Germania, affermano che la polizia avrebbe sparato in maniera deliberata dopo che il gruppo aveva deciso di arrendersi.

Non è la prima volta che la provincia, un tempo conosciuta come Turkestan orientale, registra episodi di violenza, fra gruppi islamici autonomisti e l'esercito cinese, impegnato in una vera e propria colonizzazione della regione. Pechino accusa gli Uiguri di promuovere attentati terroristi, tanto che il governo aveva deciso un ennesimo giro di vite in materia di sicurezza in vista delle Olimpiadi.