Bangkok: sciopero nel settore pubblico, mentre prosegue la protesta contro il governo
Questa mattina 43 leader sindacali nel pubblico impiego hanno dichiarato il blocco delle attività, ma non si registrano al momento particolari disagi. Chiuse il 25% delle scuole, regolare il trasporto pubblico e la fornitura di elettricità e acqua potabile. I militari escludono un possibile colpo di Stato.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Questa mattina gli impiegati del settore pubblico thailandese hanno cominciato uno sciopero generale, di critica al governo, mentre continua la protesta per far dimettere il premier Samak. Il 25% delle scuole della capitale sono chiuse, mentre non vi sono problemi per quanto concerne la fornitura di energia e acqua potabile. Non si escludono ripercussioni nei prossimi giorni, perché la paralisi annunciata dai sindacati potrebbe mettere in ginocchio Bangkok e i suoi 10 milioni di abitanti.

Oggi i leader di 43 diversi sindacati – in rappresentanza di 200mila lavoratori del pubblico impiego – hanno indetto uno sciopero per esercitare pressioni sul premier Samak Sundaravej, di cui una parte del Paese vorrebbe le dimissioni. Ieri il premier ha dichiarato lo stato di emergenza, dopo che gruppi pro e anti-governo si sono scontrati nella notte fra lunedì e martedì provocando la morte di un uomo. I poteri di emergenza, a tempo indeterminato, danno all’esercito il controllo dell’ordine pubblico, vietano assembramenti con più di cinque persone  e impediscono alla stampa di pubblicare notizie che “minano la pubblica sicurezza”. I poteri speciali sono stati dati al gen. Anupong Paojinda, il quale ha escluso con forza la possibilità di un colpo di Stato militare: “Non vi sono possibilità di un colpo di mano dell’esercito – afferma il generale – la crisi verrà affrontata secondo il meccanismo parlamentare”.

La EGAT, colosso nel settore dell’energia, riferisce che “non si registrano al momento disagi” perché la gran parte degli impiegati “si è presentata regolarmente” sul posto di lavoro nonostante lo sciopero. Anche il settore del trasporto pubblico non presenta particolari problemi, i bus viaggiano con regolarità e le linee della metro e dei tram nella capitale sono per il 75% funzionanti. Aperti negozi, bar e ristoranti, presi d’assalto dalle migliaia di turisti che sono rimasti a Bangkok nonostante le tensioni degli ultimi giorni.

La crisi in Thailandia è cominciata tre mesi fa, quando gli esponenti dell’Alleanza popolare per la democrazia (Pad) hanno dato vita a una serie di manifestazioni in cui si chiedono le dimissioni del Primo Ministro Samak, considerato una marionetta dell’ex premier Thaksin Shinawatra, cacciato due anni fa (settembre 2006) da un colpo di stato militare e attualmente in esilio volontario a Londra. Negli ultimi 7 giorni essi hanno anche occupato lo spazio antistante il palazzo del governo. Gli scontri nella notte di martedì, oltre a un morto, Narongsak Kobthaisong, hanno lasciato 43 feriti, di cui 3 gravissimi.