"Società armoniosa” in crisi: scontri fra polizia e migliaia di dimostranti a Jishou e Ningbo
Giovedì scorso in due diverse province del Paese migliaia di persone hanno ingaggiato duri scontri con le forze dell’ordine. All’origine delle proteste i continui episodi di corruzione e di soprusi perpetrati da governi locali e società private, che rimangono spesso impuniti.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Migliaia di agenti e manifestanti si sono contrapposti nel corso di due diverse proteste che, giovedì 4 settembre, hanno infiammato le province cinesi. La prima a Jishou (nello Hunan), dove 10 mila persone si sono riversate per le strade della città chiedendo di essere risarcite del denaro sottratto in maniera “fraudolenta” da una società di raccolta fondi. La seconda nella città costiera di Ningbo, nella Cina orientale, durante la quale oltre 10mila dimostranti hanno preso d’assalto un’azienda chiedendo giustizia per un giovane che, secondo i testimoni, è stato lanciato fuori da una delle finestre riportando numerose ferite.

Secondo l’Information Centre for Human Right and Democracy, associazione per i diritti umani con base a Hong Kong, in entrambe le manifestazioni di protesta sono divampati violenti scontri fra la popolazione esasperata e le forze dell’ordine intervenute per sedare la rivolta. Fonti non confermate dalle autorità ufficiali di Jishou denunciano il ferimento di 50 persone e 20 arresti; l’agenzia ufficiale Xinhua, riporta il “blocco di strade e convogli ferroviari” da parte dei cittadini esasperati per la “mancata restituzione dei soldi”. Il governo locale ha invece ammesso l’intervento della polizia per disperdere la folla, ma non conferma che vi siano stati dei feriti durante gli scontri.

A Ningbo la protesta è divampata in seguito al ferimento di un giovane in una delle numerose aziende della città costiera: secondo i dimostranti il ragazzo sarebbe stato gettato da una finestra; fonti del governo sostengono che si era nascosto all’interno della fabbrica e si è lanciato di sua iniziativa per sfuggire ai lavoratori che lo avevano sorpreso. Il fatto ha dato il via a una protesta alla quale hanno preso parte 500 persone che, col passare del tempo, sono cresciute in numero fino a toccare quota 10 mila secondo alcune fonti. All’arrivo delle forze di polizia sono divampati violenti scontri in seguito ai quali sono rimaste ferite 20 persone, altre 10 sono state arrestate.

Ogni giorno la Cina è sconvolta da centinaia di proteste e rivolte sociali; la gente è esasperata per i continui episodi di corruzione fra i membri del partito e dei governi locali, a dispetto degli slogan lanciati dal presidente Hu Jintao che inneggiano alla “società armoniosa” e allo sviluppo economico per tutti. Nel giugno scorso la provincia di Guizhou è stata teatro di una vera e propria rivolta popolare, alla quale hanno preso parte decine di migliaia di persone che chiedevano giustizia per la morte di una ragazza; la manifestazione è stata repressa nel sangue dalla polizia e dai reparti anti-sommossa dell’esercito cinese.