Volano le borse asiatiche, tranne Shanghai
Borse e banche dell’Asia in forte rialzo, dopo l’annuncio che il governo Usa coprirà la crisi dei due colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac. Continua la caduta della borsa cinese.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Borse e banche delle principali piazze asiatiche brindano con un deciso rialzo al salvataggio annunciato dei colossi dei mutui Usa, Fannie Mae e Freddie Mac (che insieme garantiscono circa il 50% delle ipoteche Usa e  nel 2007 hanno avuto perdite complessive per 14 miliardi). In controtendenza la borsa di Shanghai, ormai in caduta libera da settimane.

Dopo che ieri il presidente Usa George W. Bush ha annunciato la nazionalizzazione dei colossi dei mutui (per un costo per il governo stimato di 200 miliardi di dollari), oggi la borsa di Tokyo è salita del 3,4%, massimo balzo in 5 mesi, mentre le banche nipponiche sono cresciute di oltre il 10%. L’indice Msci (che raccoglie le borse dell’Asia Pacifico meno Tokyo) è cresciuto del 5,1%, Taiwan del 5,5%.

In forte crescita anche Hong Kong (+3,9%), mentre la borsa di Shanghai ha perso oggi il 2,68%, dopo che già era scesa per l’intera settimana scorsa (-3,29% il solo 5 settembre), a dimostrazione di una generale sfiducia del mercato e di una crisi strutturale dell’economia cinese.

La crisi dei mutui Usa da mesi deprime il mercato del Paese, dove si calcola che circa il 9% dei proprietari di casa sia indebitato per i mutui e non in regola con il pagamento.

Molto positiva anche la reazione delle banche, molto esposte con le due compagnie. Zhou Xiaochun, governatore della centrale Banca di Cina, da Basilea (Svizzera) ha detto che “questo è positivo”, in quanto “gli investitori cinesi hanno una certa esposizione” verso queste due compagnie. La Banca di Cina ha guadagnato il 5,2% nella borsa di Hong Kong, la China Construction Bank il 4,3% e la Industrial & Commercial Bank of China il 4,7%. Le principali banche cinesi hanno comprato miliardi di dollari di obbligazioni garantite dai due colossi Usa.

Cauta, peraltro, la reazione di molti esperti, come il giapponese Masanobu Takahashi che osserva come “ciò non significhi che l’economia globale torni a crescere” e nota che le azioni delle banche asiatiche sono ancora tra il 20 e il 30% più basse rispetto ai valori del 2007.