Samak accetta di ricandidarsi come premier
di Weena Kowitwanij
Nel voto di domani il suo partito assicura il pieno sostegno della coalizione di governo, ma c'è incertezza. Rischia così di acuirsi una crisi che indebolisce la democrazia. I commenti di esperti e buddisti.

Bangkok (AsiaNews) – Tempesta politica in Thailandia, dopo che la Corte Costituzionale all’unanimità ha “destituito” dalla carica il primo ministro Samak Sundaravej (nella foto) per avere ricevuto denaro per la partecipazione a spettacoli televisivi di cucina. Il portavoce del suo partito ha detto oggi che Samak ha accettato di ricandidarsi e sarà votato dall'intera coalizione di governo. Ma secondo analisti la coalizione che lo sostiene si è molto indebolita ed emergono anche altri nomi, mentre è alto il rischio che proseguano le proteste civili contro di lui, indebolendo la già fragile democrazia tailandese, ripristinata da pochi mesi con l’elezione di Samak dopo il colpo di Stato incruento del settembre 2006. L’opinione di molti è che il governo, da settimane molto contestato da ampia parte della società, debba piuttosto cercare intese con l’opposizione.

Prajak Kongkiat, docente di Scienze politiche all’Università Thammasat commenta ad AsiaNews che “il giudizio della Corte Costituzionale dà una buona occasione per porre fine alla tensioni politiche. Se il parlamento rielegge Samak, ci sarà una nuova crisi”. “Nella democrazia occorrono compromessi tra maggioranza e opposizione, nessuno può pretendere di decidere da solo. Ora occorre invece una riforma che renda più efficiente il sistema politico. Gli oppositori dell’Alleanza popolare per la democrazia [PAD, che hanno organizzato le recenti proteste di piazza] pongono condizioni inaccoglibili, come la richiesta che nessuno dei leader dell’attuale maggioranza sia accettabile come premier. Come pure il PAD sbaglia a non accettare il dialogo. Anche se gran parte della popolazione è insoddisfatta di Samak, molti nemmeno condividono le posizioni del PAD”.

Per porre termine all’attuale stato di disordine pubblico, ritiene che “sarebbe meglio che i principali leader del PAD si presentassero alla polizie e affrontassero eventuali accuse. Mentre deve essere permesso al movimento di continuare pacifiche manifestazioni”.

Il monaco buddista Pra Maha Maetee ricorda che “il 95% della popolazione è buddista, come tale non favorevoli alla violenza. Il Paese deve cessare ogni violenza, in accordo al buddismo”.

Un’indagine ABAC (Assumption University) della scorsa settimana ha riscontrato che il 59% della popolazione si dice “neutrale”, ovvero non appoggia né l’attuale governo guidato dal Partito per il potere al popolo né il PAD.