Arcivescovo di Hanoi: la libertà di religione è un diritto, non una concessione delle autorità
di J.B. An Dang
Con una nuova campagna di stampa, le autorità tentano di alienare ai cattolici la solidarietà della gente. Una squadraccia di picchiatori minaccia I fedeli che vanno a pregare a Thai Ha e penetra anche all’interno della chiesa, gridando oscenità. Espressioni di vicinanza nelle altre diocesi vietnamite ed anche negli Stati Uniti.
Hanoi (AsiaNews) – La libertà di religione è un diritto umano e non una grazia concessa dai governi. Questo principio è stato ribadito da voci diverse per replicare alle autorità di Hanoi che, mentre continuano nella campagna di intimidazione e sopraffazione contro i cattolici per le vicende relative alla ex delegazione apostolica ed alla parrocchia di Thai Ha, stanno anche cercando di alienare la solidarietà popolare che si manifesta nei loro confronti. Solidarietà che si evidenzia fuori di Hanoi, nelle altre diocesi del Paese, ma anche all’estero. Così, i vescovi vietnamiti fanno leggere a tutte le messe, il testo comleto delle dichiarazioni dell’arcivescovo di Hanoi, manipolate dalla stampa di regime, ed una veglia di preghiera si è tenuta anche negli Stati Unit, in California.
  
La campagna di violenza e minacce, intanto, segna un ulteriore aggravamento. Sabato, una delle solite squadracce di “picchiatori di Stato” ha preso di mira il monastero dei Redentoristi di Hanoi. “Nel pomeriggio – racconta padre Joseph Nguyen – un centinaio di picchiatori ha cominciato col minacciare le persone che venivano a pregare nella chiesa di Thai Ha. Poi sono entrati in chiesa gridando oscenità a coloro che stavano pregando”. “Il fatto – aggiunge – è avvenut in pieno giorno e di fronte ad un gran numero di poliziotti. Quando i parrocchiani hanno chiesto agli agenti di intervenire, essi si sono rifiutati”. I Redentoristi, così, sono stati costretti a chiudere l’ingresso principale ed a cancellare alcune delle attività previste.
 
Già al mattino, peraltro, esponenti della polizia di Hanoi erano andati a Thai Ha per minacciare “azioni estreme”. “La polizia – racconta il religioso – ha detto che sta indagndo e valutando azioni legali contro i Redentoristi, che le autorità accusano di incitare e organizzare proteste tra I fedeli, per guadagjnare la simpatia popolare alla loro causa”.
 
Proprio per contrastare tale “simpatia” il presidente del Comitato popolare (il municipio) di Hanoi ha ricordato all’arcivescovo Joseph Ngo Quang Kiet – che si era recato al Comitato per presentare una protesta - di aver “facilitato le attività religiose dei cattolici, specialmente a Natale”. Il fatto è stato presentato dai media di Stato, e specialmente dalla televisione, come una prova dell’ingratitudine dei cattolici, sottoposti ad una sorta di giudizio pubblico. “Sapevamo – commenta l’arcivescovo – che le minori restrizioni per le attività religiose avrebbero avuto delle condizioni.. Ma sembra esserci un atteggiamento psicologico per il quale di fronte ad una richiesta io ti concedo un favore. Ma la libertà religiosa è un diritto umano naturale e tutti possono goderne. Un governo ‘per il popolo’ deve sentire la respnsabilità di facilitare ad ognuno i modi per goderne. Non è una grazia concessa dietro domanda”.
 
Su un altro fronte, il Comitato del popolo del distretto di Hoan Kiem, dove si trova la ex delegazione apostolica, ha notificato all’arcivescovo di Hanoi di aver confiscato la statua della Pietà, affermando che era era stata portata all’interno dell’edificio in contestatzione in occasione della prima manifestazione, prima di Natale. In realtà la statua era all’interno dell’edificio da prima che esso fosse requisito dai comunisti nel 1959.
 
In numerose diocesi vietnamite, si manifesta solidarietà con I cattolici di Hanoi, specialmente dopo la dichiarazione della Conferenza episcopale a favore di mons. Joseph Ngo Quang Kiet. A Haiphong, ad esempio, il cancelliere, padre Paul Vu Dinh Viet, ha dato disposizione “di leggere l’intera dichiarazione dell’arcivescovo durante le messe domenicali e dare le necessarie spiegazioni”. A Ho Chi Minh City, dove ogni parrocchia svolge attività pastorali e sociali per portare avanti le buone tradizioni della Chiesa locale, ad esempio la parrocchia di Binh Thuan organizza incontri mensili per I giovani. Questo mese, erano una cinquantina a riunirsi per parlare della “vita e la fede dei giovani ai giorni nostri”.
 
I piccoli gruppi esaminano e presentano le attese dei giovani della parrocchia. “Questo mese – racconta ad AsiaNews, il leader di un gruppo – abbiamo pregato per I responsabili della Chiesa, chiedendo a Dio di darci la pace e di aiutare il vescovo di Hanoi, I sacerdoti di Thai Ha e le persone che sono lì”. Tutti I gruppi hanno espresso la speranza “che ci sia pace nella nostra vita e non si discrimini la religione, rispettando i diritti umani di tutte le persone”.
 
All’estero, in California, nella contea di Orange, buddisti, cattolici ed esponenti di altri gruppi religiosi hanno guidato centinaia di persone in una veglia di preghiera (nella foto) per i cattolici di Hanoi ed hanno chiesto al governo vietnamita di porre fine alla persecuzione contro di loro. Con loro, venerdì sera, numerosi esponenti politici, come il senatore Lou Correa, il deputato Van Tran, Jose Solario ed altri membri del senato e dell’assemblea dello Stato della California ed altri provenienti da Westminster, Garden Grove e Santa Ana.
  
Padre John Tran Cong Nghi della VietCatholic News Agency ha illustrato gli sviluppi della situazione alla ex delegazione apostolica di Hanoi ed a Thai Ha, chiedendo “giustizia per i beni illegalmente espropriati”. “In Vietnam – ha aggiunto – molti contadini e povera gente hanno chiesto invano la restituzione delle loro proprietà. Le autorità preferiscono perseguitarli piuttosto che prendersi cura di loro. Il diritto alla proprietà privata non viene preso in considerazione ed inoltre ci sono la corruzione e la bribery, che hanno aggravato la situazione. La Chiesa del Vietnam è sempre stata a fianco di coloro che soffrono ingiustizie per sollevarli dalla frustrazione e dal dolore”.
 
“Sono qui con voi – a detto il senatore Lou Correa – per chiedere al governo del Vietnam di rispettare I diritti umani e la giustizia e di fermare immediatamente ogni forma di repressione”.
Hanno collaborato: JB. VU e  Anthony Vu