Gerusalemme, rischia di crollare il monastero sopra il Santo Sepolcro
La struttura, al centro di una disputa fra i monaci della Chiesa ortodossa etiope e la Chiesa coopta, potrebbe crollare se non verrà effettuata una profonda opera di restauro. Israele ha più volte avanzato la proposta di accollarsi l’onere, ma il mancato accordo sulla proprietà ha bloccato i lavori.

Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Il monastero di Deir al-Sultan, costruito sul tetto della chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, rischia il crollo. Le due cappelle e le piccole stanze che costituiscono il complesso del monastero, abitate dai monaci della Chiesa ortodossa etiope sono al centro di una annosa disputa con la Chiesa coopta che ne rivendica la proprietà. Ora potrebbero cedere e ferire turisti e pellegrini, oltre ai monaci che vivono nella struttura.

A rischio anche la stessa chiesa del Santo Sepolcro, il simbolo più illustre della tradizione cristiana in Terrasanta, sorto nel punto in cui – secondo il Nuovo Testamento – Gesù è stato crocifisso, sepolto ed è risorto, che potrebbe riportare seri danni per il cedimento del monastero soprastante.

A lanciare l’allarme è stato un ingegnere addetto alla sicurezza che ha controllato di recente il complesso e in seguito al quale ha avvertito che esso rappresenta “un pericolo per la vita umana”.

Il Ministro degli interni israeliano ha proposto una profonda opera di restauro per scongiurare il crollo della struttura, condizionata però al raggiungimento di una accordo sulla proprietà fra la Chiesa coopta e la controparte Ortodossa etiope. Un presupposto ritenuto “inaccettabile” dal leader della Chiesa ortodossa etiope, l’arcivescovo Matthias, che in una lettera indirizzata dieci giorni fa al Ministro israeliano degli interni, Meir Sheetrit, ribadisce che “non verrà riconosciuto alcun diritto” della chiesa coopta sul monastero di Deir al-Sultan. E tutto resta fermo.