Le mogli musulmane possono usare il karaté contro il marito violento
Una fatwa afferma il diritto all’autodifesa delle donne. Emanata in Turchia, ha trovato il consenso di studiosi egiziani e l’avallo di una personalità saudita di primo piano, ma suscita in ambienti conservatori timori di “ribellione” in famiglia.
Riyadh (AsiaNews) – Una donna può usare karaté, judo e taekwondo contro il marito, ma solo per difendersi, se viene picchiata. E’ l’affermazione di una fatwa che, secondo i conservatori può “smuovere la ribellione” nelle famiglie, ma che, emessa in Turchia, ha trovato consenso tra studiosi islamici egiziani ed ora ha avuto l’autorevole avallo di una personalità saudita di primo piano, lo Sheikh Mohsen al Obeikan, consulente del Ministero della giustizia e membro del Saudi Shura Council.
 
Sentito da Asharq Al-Awsat, lo studioso ha precisato che la possibilità per una donna di colpire il marito è limitata al solo esercizio del diritto alla difesa. Esso peraltro è affermato dalla Sharia, dal Corano e dagli Hadith. Così il Corano dice che “la ricompensa per un’offesa è un’offesa uguale “ e che “nel caso in cui qualcuno si comporti in modo aggressivo contro di te, infliggigli un male pari al male che egli ti ha inflitto”.
 
La fatwa è stata emanata in origine da un noto studioso turco, Fethullah Gulen, ed afferma il diritto della donna a difendersi, pagando violenza con violenza, e che la donna può apprendere le arti marziali per proteggersi dal marito.