Balochistan: violento sisma nella notte, almeno 160 le vittime
di Qaiser Felix
Una scossa di magnitudo 6.4 ha colpito la provincia del Pakistan sud-occidentale, distruggendo centinaia di case in città e villaggi della zona. Gli esperti prevedono nuove scosse, mentre le squadre di soccorso sono alla ricerca di superstiti. La Chiesa cattolica di Quetta promuove una raccolta fondi per le vittime.

Islamabad (AsiaNews) – È di almeno 160 morti il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime del terremoto di magnitudo 6,4 che ha colpito la provincia del Balochistan, nel Pakistan sud-occidentale, al confine con l’Afghanistan.

Epicentro del sisma un’area 60 km a nord-est di Quetta, ad una profondità di 10 km. La prima, violenta scossa, è stata registrata dagli scienziati del Us Geological Survey alle 4.33 ora locale; gli esperti avvertono inoltre che, nelle prossime 48 ore, potranno verificarsi ulteriori movimenti nel sottosuolo.

Fra i morti vi sono diverse donne e bambini, sepolti dalle macerie dei palazzi crollati; le squadre di soccorso, composte da militari dell’esercito e funzionari locali della pubblica sicurezza, riferiscono che vi sarebbero ancora “decine di persone intrappolate fra i detriti” e il numero dei morti potrebbe aumentare nelle prossime ore. I danni maggiori si sono registrati nel distretto di Ziarat, ma altre città e villaggi sono stati colpiti in modo serio: fra questi Pishin, Qila Abdullah, Chaman, Loralai, Sibbi e Mastung. Nella zona sono crollate “centinaia di case”, riferisce Dilawar Khan, capo del distretto di Ziarat. “Stiamo utilizzando tutti i mezzi a disposizione per aiutare la gente. Abbiamo chiesto anche l’intervento del governo provinciale”. Egli parla inoltre di “un gran numero di feriti”, ma al momento non è possibile “ipotizzare una stima attendibile”.

Raggiunto al telefono da AsiaNews nella sua sede di Quetta, Ambrose John Francis – ex membro dell’Assemblea provinciale del Baluchistan – racconta che “la prima scossa, leggera, ci ha sorpresi nel sonno. La seconda aveva una portata devastante, un quadro attaccato alla parete mi è caduto addosso”. Il parlamentare cattolico sottolinea “il terrore diffuso fra la gente”, che si è “riversata per le strade abbandonando le case”.

Asghar Ghauri, anch’egli di Quetta, riferisce che la seconda scossa di terremoto era così forte da “spostare persino i letti su cui stavamo dormendo. Abbiamo cominciato a pregare e a chiamare gli altri parenti” per accertarne le condizioni di salute. “Per fortuna – continua – in città stiamo tutti bene, ma in diverse parti della provincia vi sono molti morti”.

Il governo ha proclamato lo stato di emergenza e ha allertato tutti gli ospedali della zona, che hanno già accolto decine di feriti, alcuni dei quali in condizioni critiche. P. Maqsood Nazir, direttore della pastorale giovanile della prefettura di Quetta, annuncia ad AsiaNews che in serata  verrà recitato il rosario e si celebrerà una messa per “ricordare le vittime del terremoto”. “Abbiamo inoltre predisposto – continua il religioso – una raccolta fondi al termine della cerimonia. Tra due giorni, una volta ultimata la stima dei danni, faremo un sopralluogo nelle zone maggiormente colpite dal sisma e distribuiremo quanto raccolto in base alle necessità”.