Blogger birmano condannato a 20 anni per aver “deriso” il generale Than Shwe
Secondo l’accusa Nay Phone Latt ha offeso il capo della giunta. Egli è stato una fonte preziosa di informazioni durante le settimane di repressione contro i protagonisti della “rivoluzione zafferano”, nel settembre 2007. Condanna a due anni di galera anche per un poeta.

Yangon (AsiaNews) – Un giovane blogger birmano, fonte preziosa di informazioni durante la sanguinosa repressione dei monaci del settembre del 2007, è stato condannato a 20 anni e sei mesi di galera. Secondo la motivazione ufficiale egli sarebbe colpevole di vilipendio di un’alta carica dello Stato.

Il 28enne Nay Phone Latt (nella foto) è stato arrestato il 29 gennaio del 2008 e giudicato colpevole da un tribunale allestito nella prigione di Insein, a Yangon, dove è attualmente detenuto; egli è accusato di aver pubblicato sul suo blog una vignetta considerata “offensiva” nei confronti del capo della giunta militare, il generale Than Shwe. Al suo collega e amico Thin July Kyaw – riferisce il quotidiano The Irrawaddy – le autorità hanno comminato una condanna a due anni di reclusione. A denunciare l’ennesimo episodio di repressione operato dalla dittatura al potere è stata la madre di Nay Phone Latt, Aye Than.

Nel settembre del 2007, dalle pagine del suo sito web, il giovane ha raccontato i massacri compiuti dalla giunta ai danni dei monaci birmani, rivelandosi una preziosa fonte di informazione per i media internazionali. Il 26 settembre 2007 l’assalto deciso dai vertici militari contro i protagonisti della “rivoluzione zafferano” ha lasciato sul campo 31 morti – stime ufficiali, ma i decessi sono molti di più – fra i quali un giornalista giapponese ammazzato a colpi di fucile. Altre 74 persone risultano ancora oggi “ufficialmente scomparse”, oltre a migliaia di arresti fra monaci e attivisti.

Fonti di Yangon rivelano inoltre che il regime militare ha condannato a due anni di galera il poeta dissidente Saw Wai: egli avrebbe pubblicato sul settimanale Love Journal una poesia in cui si derideva Than Shwe. All’inizio di ogni strofa del componimento in lingua birmana appariva il messaggio: “Il generale Than Shwe è impazzito per il potere”.