Mindanao, oltre 46mila sfollati nella guerra fra esercito e Milf
di Santosh Digal
Per la Croce rossa filippina 11.734 famiglie hanno dovuto abbandonare case e proprietà, distrutte dai combattimenti fra l’esercito e i ribelli del fronte islamico Moro. Gli sfollati sono accolti nei campi profughi, mentre riparte l’opera di ricostruzione. A Jolo summit vescovi-ulema nonostante le minacce di Abu Sayyaf.
Manila (AsiaNews) – Gli scontri delle ultime settimane a Mindanao, nel sud delle Filippine, hanno causato più di 46 mila sfollati. Lo afferma un rapporto della Croce rossa filippina (Pnrc) diffuso il 18 novembre, in base al quale vi sono 46.350 persone – appartenenti a 11.734 nuclei familiari sparsi in nove province – che hanno dovuto abbandonare case e proprietà a causa della guerra fra l’esercito governativo e le truppe del Fronte islamico Moro (Milf).
 
La Croce rossa ha allestito 20 centri di accoglienza nelle zone di Cotabato, Lanao del Norte, Iligan City, General Santos City, Basilan, Sulu, Misamis Occidental, Sultan Kudarat e Bukidnon, al cui interno vengono forniti cibo e generi di prima necessità. A rendere più difficili gli interventi umanitari vi sono i continui scontri a fuoco fra i due fronti: la Pnrc riporta lo scoppio di quattro colpi di artiglieria in piazza Kalilangan a Bukidnon; a Cotabato 30 case sono state rase al suolo e incendiate nel corso dei combattimenti. A Kalamansing, nel Sultan Kudarat, 1.230 famiglie sono state allontanate per sfuggire alle violenze.
 
Da Mindanao arrivano anche piccoli segnali di speranza;: la Croce rossa ha avviato la ricostruzione di una parte delle case distrutte, 12 delle quali già completate nella municipalità di Kolambugan; a Kauswagan sono quasi pronti sette alloggi per sfollati sui 12 in programma. Fa ben sperare anche il primo vertice della Conferenza vescovi-ulema a Jolo – nella provincia di Sulu – in calendario dal 18 al 21 novembre, nonostante le ripetute minacce di sequestri lanciate da Abu Sayyaf, organizzazione terrorista legata ad al Qaeda. All’incontro vescovi-ulema partecipano 85 delegati ed è presieduto dall’arcivescovo di Davao, mons. Fernando Capalla, dal vescovo emerito mons. Hilario Gomez, Jr e dal presidente della Lega filippina degli ulema Aleem Aboali Cali.
 
Il vicario apostolico di Jolo Angelito Lampon, degli Oblati di Maria Immacolata, lo definisce “storico” perché “per la prima volta si tiene a Jolo” ed è un forte messaggio alla popolazione nella direzione della pace e della concordia fra i fedeli delle due religioni. Fra i relatori vi è anche l’ex deputato Rey Magno Teves, il quale affronta i problemi sociali della regione, le cause alla base del conflitto a Mindanao e i possibili percorsi da seguire per arrivare a una pace stabile e duratura.