Il Tempio Shaolin vuole espandersi in Cina
Ha assunto l’amministrazione di altri 4 templi nello Yunnan e parla di espandere il suo sistema di “amministrazione avanzata”. Ma molti accusano che è solo un’operazione commerciale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il famoso Tempio Shaolin, dove 1.500 anni fa è nato il kung fu, ha assunto l’amministrazione di 4 templi buddisti a Gudu, zona turistica vicino Kunming (Yunnan) nella Cina sudorientale. I monaci parlano di una missione culturale, ma molti ritengono che sia solo un’operazione commerciale.

Maestro Yanlu, portavoce del tempio, dice che si vuole così “costruire un ponte tra le culture dell’Henan [dove ha sede il tempio] e dello Yunnan e aumentare l’influenza di Shaolin”. Hanno inviato 10 monaci e prevedono di operarci per almeno 20 anni svolgendo attività di carità, conservazione e valorizzazione delle tradizioni locali.

L’abate Shi Yongxin aggiunge che “il sistema di amministrazione avanzata” applicato nel Tempio Shaolin dovrebbe essere utilizzato in molti templi in Cina, per diffondere il buddismo zen.

Ma molti, specie su internet, accusano che sia solo un’operazione commerciale che sfrutta la fama di Shaolin per ottenere facili guadagni.

Da anni il Tempio Shaolin è accusato di essere più attento allo sfruttamento turistico e commerciale dell’immagine che agli aspetti religiosi, organizzando spettacoli anche portati in tour per il mondo, ospitando produzioni cinematografiche, con lauti profitti per la visita di milioni di turisti. Dal maggio 2007 nella zona è tenuto lo spettacolo “Zen Shaolin” (nella foto) con danzatori e coreografi famosi e 500 attori con la partecipazione dei monaci del tempio, che nei primi 16 mesi è stato visto da 300mila persone. Nel 2008 ha offerto i suoi prodotti su un sito internet commerciale, con il nome Shaolin-Posto di gioia, vendendo scarpe, tè, farmaci e manuali di kung fu.

Secondo i media, anche il governo locale progetta di utilizzare il nome e la fama del tempio per iniziative turistiche. Ma Shi risponde che “coinvolgersi in commerci rischiosi è contro lo spirito del Buddha”.