Miliardi di yuan per frenare le rivolte dei contadini cinesi
Milioni di migranti, licenziati dalle fabbriche in crisi, sono costretti a tornare al villaggio lasciato per fare fortuna. Ma a casa li aspettano poco lavoro e scarsa assistenza sociale. Esperti: per 700 milioni di contadini non bastano sussidi una tantum, occorre creare lavoro e fornire servizi sociali.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese ha promesso ieri 10 miliardi di yuan (circa 1 miliardo di euro) in aiuti ai contadini per tentare di sedare tensioni e disoccupazione in crescita nel mondo rurale.

Le diminuite esportazioni fanno chiudere molte fabbriche in province industriali come Zhejiang, Guangdong e Fujian. Come conseguenza, milioni di migranti si trovano senza lavoro né mezzi e non hanno altra scelta che tornare nel povero villaggio rurale lasciato anni prima per fare fortuna. Ma in quelle zone trovano scarsità di lavoro, né lo Stato fornisce servizi sociali anche minimi come la sanità pubblica gratuita.

L’economista Mao Yushi commenta che, per evitare un vero collasso sociale e il rischio di nuove maggiori proteste, “lo Stato deve provvedere per il tenore di vita di questo gruppo demografico in rapida crescita”.

Nel 2006 c’erano 130 milioni di lavoratori migranti. Nessuno conosce il numero dei migranti licenziati, ma è la categoria più colpita dalla crisi occupazionale. Nel solo Hunan si parla di oltre un milione di lavoratori già tornati e se ne prevedono altri 2,8 milioni nel 2009.

Il nuovo sussidio vuole comprendere corsi di riqualificazione per trovare lavoro in altre industrie e un sistema di microcredito per iniziative nella zona rurale. Nelle scorse settimane, Pechino ha già stanziato sussidi ai produttori perché offrano i loro prodotti nei piccoli centri rurali, invece che nelle grandi città, al fine di stimolare un aumento dei consumi.

Ma esperti osservano che la produzione agricola è sempre più meccanizzata e non è in grado di creare nuovi posti di lavoro sufficienti per milioni di migranti. Inoltre molti migranti troveranno la terra espropriata da corrotte autorità locali con inadeguati indennizzi. Notano che, a fronte di circa 700 milioni di residenti nelle zone rurali, questo sussidio significa circa 15 yuan (1,5 euro) a testa.

Mao conclude che “un’effettiva soluzione potrebbe essere realizzare servizi sociali” e aumentare il settore dei servizi, con creazione di nuovi posti di lavoro.