Pechino e Taipei, rapporti sempre più stretti, anche militari
Ma Ying-jeou, presidente di Taiwan riafferma la sua politica di distensione. Hu Jintao propone addirittura collaborazione fra le forze militari per aiutare la distensione. Ma intanto rimane in atto la legge anti-secessione e le centinaia di missili puntati contro l’isola.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Crescono sempre di più le dichiarazioni di intesa e reciproca collaborazione fra i due lati dello Stretto, dopo anni di tensioni. In occasione del Nuovo anno, il presidente taiwanese Ma Ying-jeou ha sottolineato nel suo messaggio che i  rapporti commerciali con la Cina “cresceranno di giorno in giorno” e che gli scambi fra persone “saranno anche più frequenti”. Il presidente taiwanese, noto per la sua politica distensiva verso la Cina, ha anche sottolineato che tutti questi legami non minano per nulla la sovranità dell’isola. “Mentre approfondiamo i nostri legami con il continente – ha detto Ma – cercheremo di mantenere con decisione la nostra sovranità e dignità… Allo stesso tempo metteremo in luce la nostra specificità politica, sociale e culturale”. Dopo un periodo di dittatura, Taiwan è ora una democrazia liberale con un parlamento e un presidente eletti dalla popolazione; la Cina continua ad essere invece dominata dal Partito comunista cinese e la popolazione subisce controlli in molti ambiti della vita.

La politica di Taiwan verso la Cina è cambiata in modo radicale dalla vittoria alla presidenza di Ma Ying-jeou, nel maggio 2008, mettendo in minoranza il partito democratico progressista (Dpp), fortemente critico e favorevole all’indipendenza. Il Dpp ha spesso accusato Ma di "servilismo" verso la Cina (v. foto). Dal ’49 Taiwan si considera un governo autonomo (fino al ’71 riconosciuto anche dall’Onu). La Cina invece la considera “un’isola ribelle” e attende il suo reintegro nella Repubblica popolare.

Il discorso di Ma segue di un giorno le dichiarazioni del presidente cinese Hu Jintao che ha proposto a Taiwan perfino lo sviluppo di rapporti militari per migliorare ancora di più i legami fra le due popolazioni.

In occasione dei 30 anni da un messaggio della Cina verso i “compatrioti di Taiwan”, che spingeva alla riunificazione dei “due lati dello Stretto” per via pacifica, Hu ha detto che “I due lati possono trovare il momento giusto per impegnarsi in scambi su tematiche militari e studiare un meccanismo di sicurezza militare per costruire una fiducia reciproca”. Ciò porterebbe a “migliorare la situazione nello Stretto di Taiwan e ridurre le preoccupazioni militari e di sicurezza”. Le parole di Hu sono state trasmesse in diretta alla televisione di Stato e hanno prodotto molto stupore. Nel marzo 2005 l’Assemblea nazionale del popolo a Pechino ha varato una legge antisecessione che ammette l’uso della forza per bloccare ogni tentativo di indipendenza di Taiwan. La Cina continua a mantenere anche centinaia di missili puntati sull’isola.

Finora il miglioramento dei rapporti economici, come pure i legami diretti via aerea, navale e postale, sono fruttuosi sia per la Cina che per Taiwan, ma molte fasce della popolazione dell'isola temono che essi servano solo all'alta classe degli investitori e businessmen, penalizzando i ceti più poveri.