Dure proteste contro il governo al funerale del giornalista assassinato a Colombo
di Melani Manel Perera
Oltre 8000 persone all’esequie di Lasantha Manilal Wickramatunga, direttore del giornale Sunday Leader. Il vescovo di Colombo: c’è un “ondata di rabbia, paura e disperazione che attraversa il Paese”. Tutti chiedono sia fatta chiarezza subito sugli assassini. Il presidente Rajapaksa accusa mandanti internazionali che vogliono oscurare le vittorie militari contro le Tigri tamil.

Colombo (AsiaNews) - Governo sotto accusa per la morte di Lasantha Manilal Wickramatunga, direttore del giornale Sunday Leader ucciso l’8 gennaio da due sconosciuti mentre si recava al lavoro. Ai funerali svoltisi il 12 gennaio hanno partecipato oltre 8mila persone: giornalisti, attivisti per i diritti umani, leader religiosi, politici e gente comune.

 In molti puntano l’indice contro l’esecutivo guidato da Rajapaksa, cui Wickramatunga non ha risparmiato aspre critiche soprattutto per la guerra tra l’esercito di Colombo e le Tigri tamil che sta insanguinando il nord dello Sri Lanka.

Parlando con AsiaNews, uno dei presenti ai funerali ha affermato: “Il governo sta compiendo sforzi apprezzabili e criticabili per sradicare il terrorismo dal Paese e catturare vivi i leader del Ltte, ma fino ad ora non è stato capace di identificare nessuno dei colpevoli delle centinaia di assassinii di personaggi di spicco del mondo dei media, di politici, artisti, leader religiosi ed anche esponenti della società civile impegnati per la giustizia, la pace e la democrazia nel nostro Paese”.

La processione del feretro, portato a spalla da alcuni colleghi del giornalista ucciso, è stata accompagnata anche da canti e invocazioni multireligiosi, pur essendo Wickramatunga cristiano.  I commentatori locali hanno rilevato che verrà ricordato come il funerale di un giornalista con la più alta partecipazione di sempre.

Alcuni dei partecipanti al rito funebre hanno esposto cartelli che riportavano slogan come “fermiamo la tirannia, difendiamo la democrazia” ed un’immagine del presidente Rajapaksa è stata data alle fiamme.

Il leader dell’opposizione, Ranil Wickremasinghe, ha affermato che “questa morte è un duro colpo alla democrazia e alla libertà di stampa”. Anche Sunanda Deshapriya, responsabile per lo Sri Lanka della South Asian Free Media Association, ha commentato con rammarico la morte del direttore del Sunday Leader: “L’assassinio di Lasantha è un segnale mandato a centinaia e migliaia di altri giornalisti, che si impegnano in vicende delicate, a non pensare nemmeno di mettere in piedi inchieste sulla corruzione a larga scala e la continua situazione di guerra”. 

Nel commentare la morte del giornalista, il vescovo di Colombo, mons. Duleep de Chickera, ha parlato di una “ondata di rabbia, paura e disperazione che attraversa il Paese. Questo atto deliberato e senza senso deve essere condannato da tutti coloro che nello Sri Lanka hanno a cuore la vita a la libertà di stampa”.

Affiancando l’uccisione del direttore del Sunday Leader ai numerosi atti di violenza contro giornalisti e redazioni, il vescovo ha affermato che la morte di Wickramatunga “è parte di una più ampia e grave strategia per costringere al silenzio i media”.

Anche il National Peace Council (NPC) e diverse organizzazioni della società civile denunciano il clima di intimidazione che vivono i media e la mancanza di libertà di espressione nel Paese. Tutti, inclusa la Conferenza episcopale srilankese, chiedono al governo la rapida identificazione degli assassini e alcune organizzazioni per i diritti umani hanno proposto un’inchiesta indipendente per far luce sulla morte di Wickramatunga.

Il presidente Rajapaksa ha affermato che dietro l’assassino vi sono forze internazionali che stanno cercando di distogliere l’attenzione dalle due grandi vittorie militari ottenute dal governo contro i separatisti tamil nelle ultime due settimane.

Stati Uniti, Unione europea, Canada e India hanno condannato duramente l’assassinio e chiesto al governo di Colombo di fare quanto prima chiarezza.