Manila, 500 contadini in marcia per chiedere la proroga della riforma agraria
di Santosh Digal
La legge garantisce la distribuzione di terreni agli agricoltori poveri del Paese, ma ha cessato ogni effetto dal dicembre scorso. La Chiesa cattolica invita a prolungarne la validità di altri 10 anni. Arcivescovo di Cagayan de Oro denuncia un conflitto di interessi fra i parlamentari.

Manila (AsiaNews) – Una marcia di protesta per chiedere la proroga della legge sulla riforma agraria (Carp). È l’iniziativa intrapresa da circa 500 agricoltori del Paese, partiti dalla provincia di Negros Occidental, nel sud delle Filippine, e diretti a Manila.

La marcia ha preso il via il 7 febbraio scorso e si conclude oggi nella capitale. Prima di raggiungere il centro di Manila, gli agricoltori si sono riuniti presso la sede della Conferenza episcopale filippina, a Intramuros; tappa finale del viaggio il palazzo di Malacañang, residenza del presidente Gloria Macapagal-Arroyo.

Il Carp, promulgato nel 1988 sotto la presidenza di Corazon Aquino, intendeva distribuire “tutti i terreni pubblici e le aree rurali” per far fronte alla situazione di estrema povertà nel Paese, oltre a sradicare una delle principali cause di rivolte sociali. Il provvedimento, almeno agli inizi, è servito solo ad arricchire i grandi latifondisti a discapito degli agricoltori. La legge doveva durare 10 anni, ma la sua scarsa applicazione ha convinto i parlamentari a prolungarne di altri 10 anni la validità, sino al dicembre 2008.

La Chiesa cattolica filippina chiede al governo una proroga di altri cinque o dieci anni, per garantire una ulteriore distribuzione di terre fra i poveri. Secondo gli ultimi dati vi sono ancora 1,3 milioni di ettari di terra da assegnare, di cui poco più di 440mila a Mindanao.

Mons. Vicente Navarra, vescovo di Bacolod, invita il presidente filippino e i deputati della Camera ad ascoltare le richieste degli agricoltori. Egli sottolinea il “pieno sostegno” della Chiesa cattolica alla lotta degli agricoltori per l’estensione del Carp, ritenendola una “opzione preferenziale per i poveri”. Mons. Antonio Ledesma, arcivescovo di Cagayan de Oro, lamenta la mancanza di “volontà politica” fra i parlamentari e un conflitto di interessi: molti deputati, infatti, sono latifondisti o parenti di grandi proprietari terrieri, i quali non hanno interesse a prolungare la validità del provvedimento.