Le proteste degli avvocati non si fermano. Il governo lancia l’allarme attentati
di Qaiser Felix
Prosegue la “Lunga marcia” su Islamabad per manifestare contro il presidente Zardari. Gli avvocati parlano di oltre 1000 arresti. La Human Rights Commission of Pakistan paragona il comportamento del governo alla “legge militare imposta da Pervez Musharraf”.
Karachi (AsiaNews) - Non si ferma la protesta degli avvocati contro il governo Zardari. I manifestanti affermano che le persone arrestate o fermate dalla polizia nella giornata di ieri sono oltre 1000, ma ribadiscono la loro intenzione di raggiungere la capitale per il sit-in di protesta programmato per il 16 marzo.
 
Iqbal Haider, co-presidente della Human Rights Commission of Pakistan (Hrcp), ha criticato la “decisione anti-democratica” del governo, che ha vietato ogni tipo di manifestazione, paragonandola alla “legge militare imposta da Pervez Musharraf contro i dissidenti e le forme pacifiche di protesta”.
 
Aitzaz Ahsan, leader dei manifestanti ed ex-presidente dell’ordine degli avvocati della Corte suprema, afferma che “le misure adottate dal governo non possono spegnere il nostro spirito, al contrario infiammano la nostra passione”.
 
Islamabad conferma il divieto di manifestare nelle province delPunjab e del Sindh. Rehman Malik, consigliere del primo ministro per gli affari interni, è intervenuto davanti al Senato affermando che il servizi di intelligence hanno allertato il governo per il rischio di attentati terroristici durante la “Lunga marcia”. Malik ha aggiunto che anche i fratelli Sharif sarebbero tra i possibili obiettivi degli attacchi.
 
I due esponenti di punta della Pakistan Muslim League (Pml) sono scesi affianco degli avvocati nelle manifestazioni contro il presidente. Nawaz Sharif, fondatore del Pml, ha criticato il divieto imposto dal “governo dittatoriale”. Ha inoltre affermato di essere a conoscenza di un piano per ucciderlo ordito da alcuni esponenti del governo.