Aiuto alla Chiesa che soffre e le memoria dei martiri del nostro tempo
“In memoriam martyrum” è una iniziativa della sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che soffre. Tre giorni di preghiera e riflessione per ricordare i cristiani che in tanti Paesi del mondo testimoniano la loro fede sino al martirio.
Roma (AsiaNews/Agenzie) - “Per 25 anni ho pregato Cristo, perché tradirlo?”. Sono le parole pronunciate da un pastore protestante pochi istanti prima di essere trucidato in India da fondamentalisti indù perché si rifiutava di rinnegare il cristianesimo. La sua testimonianza e quella di altre centinaia di cristiani uccisi in odio alla fede sono state al centro di In memoriam martyrum, una tre giorni di preghiera e riflessione promossa dalla sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce, dal 13 al 15 marzo.
 
L’iniziativa, svoltasi in contemporanea anche in alcune città di Sicilia, Calabria e Puglia, ha ricordato le storie dei tanti martiri del nostro tempo. Nella capitale, venerdì 13 e sabato 14, sacerdoti, religiosi e laici hanno raccontato la loro esperienza e quella di confratelli che hanno testimoniato la loro fede sino al martirio . I loro interventi, proposti in due incontri intitolati “Testimonianze sulla Passione della Chiesa oggi” hanno ricordato le condizioni di oppressione e violenza in cui oggi vivono intere comunità cristiane in Orissa, Iraq, Vietnam ed in molti altri Paesi di Asia e Africa.
 
Nei tre giorni della manifestazioni inoltre è rimasta esposta presso la Pontificia Università della Santa Croce la mostra “Sia che viviate sia che moriate. Martiri e totalitarismi moderni”, dedicata alle vittime della Rivoluzione francese, della persecuzione religiosa in Messico e in Spagna, del nazismo e del comunismo sovietico.