Xiangong: sacerdote picchiato per aver difeso un terreno della Chiesa sequestrato dal sindaco
Il sindaco aveva violato un accordo con la parrocchia. I cattolici chiedono che il terreno ritorni ai legittimi proprietari e che i picchiatori –difesi dalla polizia locale – siano processati. Terreni sequestrati alla Chiesa producono un giro di affari per circa 13 miliardi di euro (130 miliardi di yuan).

Roma (AsiaNews) – Due picchiatori hanno ridotto in malo modo un sacerdote che era stato chiamato dal sindaco per discutere su un terreno espropriato alla Chiesa. Il pestaggio è avvenuto proprio nell’ufficio dell’autorità comunale. P. Francesco Gao Jianli, 39 anni, sacerdote della diocesi di Fengxiang (Shaanxi), è attualmente all’ospedale di Baoji, in cura per le battiture ricevute. É sotto il controllo della polizia che continua ad interrogarlo.

L’incidente è avvenuto lo scorso 16 marzo. Il p. Gao era stato invitato dal sindaco a discutere su un terreno che la parrocchia di Xiangong rivendica da tempo, ma dopo qualche battuta e contrarietà, il sindaco ha chiamato dentro i due picchiatori. Non è la prima volta che autorità del governo usino la forza per fermare contestazioni di terreni da parte della Chiesa. Fra gli incidenti più gravi si ricorda il pestaggio di 16 suore a Xian (novembre 2005), che difendevano una scuola dalla distruzione e quello contro 50 sacerdoti e suore a Tianjin (dicembre 2005). Per questo v. Xian: 16 suore picchiate a sangue per aver difeso una scuola della diocesi e Sacerdoti cinesi picchiati a sangue a Tianjin: come le suore di Xian .Il terreno in questione era stato espropriato alla parrocchia di Xiangong ai tempi della Rivoluzione culturale (1966-1976) per costruirvi una fabbrica e ora è abbandonato. Secondo la legge cinese il terreno deve essere ritornato ai legittimi proprietari. Ma il sindaco si è sempre opposto. Tempo fa il distretto governativo per le proprietà e la parrocchia avevano deciso di comune accordo di fermare la disputa per un certo tempo e lasciare il terreno così com’è, finché non si giungeva a qualche chiarimento. E invece il sindaco, senza avvertimento, né consenso della parrocchia, ha inviato operai sul terreno e ha iniziato dei lavori che secondo lui dovrebbe portare a costituire “un giardino” per migliorare l’ambiente della periferia di Xiangong.

P. Gao e alcune centinaia di fedeli hanno fatto anche dei sit-in sul luogo per fermare i lavori. Da qui l’invito del sindaco a discutere della questione nel suo ufficio, dove è avvenuto il pestaggio. Secondo testimoni, il sindaco ha fatto subito fuggire i due picchiatori in un’auto della polizia.

Quando la notizia delle violenza si è sparsa fra i cattolici, i fedeli sono andati in massa a fare una dimostrazione davanti all’ufficio del sindaco, ma lui non si è fatto trovare. Il giorno dopo essi sono andati all’ufficio centrale di Baoji per depositare una petizione. Essi hanno fatto 4 richieste:

-         che p. Gao venga curato in modo complete e che le spese siano sostenute dal governo di Baoji;

-         che i due picchiatori vengano processati;

-         che il terreno sia restituito alla parrocchia;

-         che il sindaco chieda scusa in pubblico per quello che ha compiuto.

 

L’ufficio delle petizioni ha dichiarato che cercherà di dare una risposta entro pochi giorni, forse il 23 marzo.

La diocesi di Fengxiang è retta da mons. Lucas Li, unico vescovo cinese sotterraneo, riconosciuto dal governo, ma non aderente all’Associazione patriottica. Secndo personalità della diocesi, finora le autorità dello Shaanxi e di Baoji avevano sempre avuto buone relazioni con il vescovo e i cattolici.

Espropri e abusi sulle proprietà private sono divenute un fatto comune in Cina. Secondo Anthony Lam, dell’Holy Spirit Study Centre di Hong Kong, il giro di affari legato alle proprietà ecclesiastiche, in mano a membri del Partito ed autorità locali, si aggira sui 130 miliardi di yuan (pari a 13 miliardi di euro). Ma è possibile che la cifra sia anche superiore, via via che si scoprono vecchi documenti di proprietà  negli archivi salvati dalla distruzione della Rivoluzione culturale. (BC)