Giovani del sud visitano loro coetanei del nord, sotto la tragedia della guerra
di Melani Manel Perera
Un’iniziativa promossa dal National Fisheries Solidarity Movement. Per tre giorni 25 ragazzi del sud dell’isola hanno vissuto assieme a 120 giovani del nord. Insieme hanno lavorato all’ospedale di Mannar tra le vittime del conflitto. Per quelli del sud è stata la scoperta della brutalità della guerra, per quelli del nord che non tutti i singalesi sono militari e che “sono persone gentili”.
Colombo (AsiaNews) -  Di fronte a loro ragazzi senza braccia e senza gambe, ormai orfani dei genitori, a causa della guerra che da 20 anni infuria nel nord. “I militari ci avevano detto di abbandonare le nostre case in due ore per motivi che non conoscevamo. Ci avevano detto che sarebbe stata una questione di tre giorni. Siamo a Nanattan da 18 mesi. Avete visto tutti le condizioni in cui viviamo. Il governo afferma che la guerra serve per portare la democrazia al nord. Ma incontrando le vittime della guerra voi avete potuto vedere la ‘democrazia’ che abbiamo ottenuto”.
 
Susantha, 21enne sfollato di Arippu, si rivolge ad un gruppo di ragazzi dal sud dello Sri Lanka, in visita nella provincia settentrionale di Mannar, tra i profughi e le vittime del conflitto tra governo e ribelli Tamil.
 
Dal 13 al 15 marzo 25 ragazzi del sud del Paese hanno condiviso con i loro coetanei del nord tre giorni di incontri, visite e iniziative di solidarietà promossi dal  Youth Movement for Environment & Social Change (Y-Mesoc), associazione giovanile del National Fisheries Solidarity Movement (Nafso).
 
Oltre 120 giovani sfollati della città di Arippu, nel nord del Paese, hanno accolto i ragazzi provenienti dal sud dell’isola alla Nanattan Govt School. “Non ci aspettavamo una simile accoglienza - racconta Sebastian Vincent, 26 enne di Negombo - e siamo rimasti molto impressionati sin dal primo istante in cui siamo arrivati”.
 
Nel primo giorno dell’iniziativa, ribattezzata Youth to youth solidarity tour in Mannar, il gruppo di giovani ha partecipato ad un incontro sulle ragioni storiche della guerra che attanaglia lo Sri Lanka e ripercorso le vicende storiche del Paese dal periodo pre-coloniale ad oggi. “Tutti i ragazzi sono rimasti soddisfatti [dell’incontro] - spiega Fernando Laksiri, responsabile dell’iniziativa  - e hanno chiesto ulteriori spiegazioni”.
 
Sabato 14 la comitiva dei 150 ragazzi ha raggiunto l’ospedale di Mannar per lo Shramadana, una giornata di lavoro gratuito con i ricoverati, vittime della guerra. Interpellati da AsiaNews i ragazzi hanno descritto “le centinaia di bambini, i giovani e gli anziani ricoverati nell’ospedale con ferite e problemi gravi, alcuni senza braccia e gambe”. Tra loro A. Sajeewan, 16 enne dell’Hindu College di Kilinochchi. Alcuni dei ragazzi dello Youth to youth solidarity tour hannopassato con lui lo Shramadana. Fuggito da una delle zone più colpite dalla guerra, Sajeewan ha perso entrambe le mani e ha gravi ferite in molte parti del corpo. Anche sua madre è ricoverata nell’ospedale di Mannar mentre il padre non è con loro. Sono rimasti feriti da una granata che ha sorpreso l’intera famiglia. Le due sorelle minori di Sajeewan sono morte nell’esplosione.
 
“Abbiamo visto con i nostri occhi che le informazioni che riceviamo dai media non raccontano la verità - afferma un ragazzo - e le sofferenze della popolazione del nord non arrivano al sud”. Fernando Laksiri spiega che i tre giorni passati assieme e lo Shramadana all’ospedale di Mannar, sono stati un’esperienza molto importante: “i ragazzi [del sud] hanno toccato con mano la brutalità della guerra”, per quelli del nord  è stata l’occasione per scoprire i loro coetanei: “Non immaginavano che i singalesi potessero essere persone così gentili; avevano visto solo i soldati e il loro modo di trattare la popolazione”.
 
Un giovane del sud afferma: “C’è bisogno di molta più collaborazione e interazione [tra noi] per aiutare la comprensione della situazione”. Lo Youth to youth solidarity tour “ha aperto gli occhi” ai ragazzi che dopo i tre giorni di convivenza si sono lasciati con la promessa di continuare l’amicizia e gli incontri. In aprile un gruppo di 60 di loro compirà il viaggio in senso contrario e i ragazzi del nord andranno a far visita ai loro nuovi amici del sud.