Blogger convertito al cristianesimo rilasciato dalla prigione saudita
Era stato arrestato per aver confessato sul blog di voler seguire Gesù. Dopo mesi è stato liberato, ma gli è proibito lasciare il Paese e avere rapporti coi media. Stupore per la clemenza dimostrata: la Sharia commina la pena di morte agli apostati.

Riyadh (AsiaNews/Mec) – Hamoud Saleh Al-Amri, saudita 28enne, imprigionato per aver confessato su un blog di essersi convertito al cristianesimo, è stato rilasciato alla fine di marzo, invece di comminargli la pena capitale che la Sharia riserva agli apostati. Ma gli è proibito lasciare il Paese o apparire sui media. La notizai è stata data oggi da Middle East Concern, un'organizzazione cristiana che segue gli affariu medio-orientali.

Secondo lo stesso Hamoud, che ha ripreso il suo blog (www.christforsaudi.blogspot.com), la sua liberazione è dovuta alle pressioni internazionali e soprattutto all’impegno dell’Arab Network for Human Rights Information, un gruppo basato al Cairo che ha lanciato la campagna per il suo rilascio.

Hamoud è stato arrestato il 13 gennaio 2009 e detenuto nella prigione di Eleisha, riservata ai detenuti politici. Nel suo blog, Hamoud, oltre a scrivere del suo proposito di divenire cristiano, aveva anche espresso critiche sul sistema giudiziario saudita, accusando l’enorme corruzione e gli abusi sui diritti umani. Hamoud era già stato arrestato e detenuto per nove mesi nel 2004 e per un mese nel 2008.

Subito dopo l’arresto lo scorso gennaio, le autorità saudite hanno bloccato il suo blog all’interno dell’Arabia; anche Google ha bloccato il blog all’esterno, per delle pretese “violazioni tecniche nel servizio”, ma poi, a causa di pressioni pubbliche, il blog è stato ripristinato nel febbraio 2009.

Osservatori rimangono stupiti per la grande tolleranza mostrata dalla polizia e dal regime saudita in questo caso: nel regno, l’apostasia è condannata con la morte e le critiche politiche sono mal sopportate.

Nell’ultimo anno da parte del re Abdallah vi è stato qualche tentativo di modernizzare il Paese aprendolo al dialogo con le altre religioni, riformando la polizia religiosa, valorizzando qualche figura femminile nel governo.