Pasqua blindata per i cattolici del Bangladesh
di William Gomes
Oltre 300mila fedeli hanno partecipato alla messa di domenica nella capitale e nelle cinque diocesi del Paese. Durante tutto il triduo la polizia ha sorvegliato 24 ore su 24 le chiese nel timore di attentati.
Dhaka (Asia News) - Una Pasqua blindata per i cattolici del Bangladesh, piccola minoranza che rappresenta solo l’1% dei 150 milioni di abitanti del Paese a stragrande maggioranza musulmana. Oltre300mila fedeli hanno partecipato alla messa di domenica a Dhaka e nelle cinque diocesi del Paese, ma le celebrazioni durante il Triduo si sono svolte tutte sotto lo sguardo delle forze di sicurezza che hanno sorvegliato 24 ore su 24 le chiese.
 
Abu Sayed, un’ufficiale di polizia, spiega ad AsiaNews che “in tutto il Paese si ripete lo stesso scenario: la popolazione si raccoglie nei luoghi di culto, moschee e chiese, sotto la protezione della polizia” e nei periodi delle feste religiose vengono aumentati i controlli per evitare attentati, “ma non siamo in grado di garantire la sicurezza della gente nella vita di tutti i giorni”.
 
Nonostante la Pasqua non rientri nel calendario delle festività pubbliche del Bangladesh ed il clima teso che si respira nel Paese, la partecipazione alle celebrazioni della Settimana santa è stata molto elevata. Mons. Theotonius Gomes, ausiliare della capitale, afferma che si tratta di un segno del desiderio di concordia e armonia che anima molte persone: “La risurrezione riflette il messaggio di unità e pace; davanti a tutte le brutture Cristo è l’unica luce di speranza che risplende”.
 
Kazi Nurul Islam, decano del dipartimento di scienze religiose all’università di Dhaka, afferma che il clima di apprensione che si respira nel Paese può essere superato solo attraverso il dialogo interreligioso: “Dobbiamo aiutare le persone a conoscere di più le religioni e questo ci permetterà di sconfiggere il terrore e le violenze perpetrate in nome della religione”.
 
Angela Gomes, cattolica e leader dell’associazione Bachte Shekha, impegnata nell’aiuto ai bambini bisognosi, confessa che i fedeli “ormai convivono con la paura di attentati”, ma nonostante questo non rinunciano a partecipare alle celebrazioni e ad impegnarsi nelle opere di carità. Lei stessa dice: “Il sacrificio di Gesù mi spinge a vivere per gli altri ed io imparo a vivere per Cristo”. La Gomes, già premiata per il suo impegno sociale nel 1999 con il Magsaysay Award, ha condiviso le feste con i bambini della Bachte Shekha perché “spero che possano godere la gioia della Pasqua nella loro vita”.