Cardinale di Mumbai: cattolici al voto per un’India più giusta
di Nirmala Carvalho
Oswald Gracias rinnova ai cristiani dell’India l’appello a votare. Al futuro esecutivo consegna due compiti: garantire la laicità e combattere la povertà.
Mumbai (AsiaNews) - Sono 14milioni gli indiani chiamati oggi alle urne nella terza fase delle elezioni per il rinnovo della Camera bassa del parlamento federale, il Lok Sabha, sono gli abitanti del West Bengala e del Maharashtra. I due Stati rappresentano in qualche modo i due volti dell’India di oggi: quello dei poveri e degli emarginati, rappresentato dagli abitanti degli slum di Calcutta, la città di Madre Teresa e capitale del West Bengala; quello internazionale e sfavillante della capitale del Maharashtra , cuore economico e finanziario dell’India, che andando alle urne vuole dare anche una risposta alla ferita ancora aperta degli attentati terroristici che nel novembre scorso.
 
AsiaNews ha intervistato il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana. La Chiesa indiana ha ripetuto a più riprese l’importanza della tornata elettorale da cui dovrà uscire il nuovo governo del Paese. Il card. Gracias più volte ha rivolto il suo appello agli oltre 17milioni di cattolici indiani perché “votino tutti e lo facciano in modo saggio”.
 
Il card. di Mumbai ripete ancora il suo invito ad andare ai seggi perché “il voto non è solo un diritto, ma anche un dovere. La scelta del prossimo governo è un nostro compito, quindi dobbiamo scegliere le persone migliori”. “Il cristiano è una persona di fede” aggiunge il cardinale, e “ho sollecitato il nostro popolo a pregare Dio di darci un buon governo: nelle preghiere in famiglia, nelle associazioni, la messa. San Paolo raccomandava a Timoteo di pregare per i leader della società. Con lo stesso spirito e con la stessa fede noi preghiamo per avere buoni leader”.
 
Interpellato sulle indicazioni date ai fedeli in vista delle elezioni, il card. Gracias afferma: “Abbiamo bisogno di votare per chi rispetta la Costituzione indiana, accresce la dignità umana, protegge i diritti delle persone e assicura la giustizia per tutti. Solo queste cose possono rendere il nostro Paese più forte e assegnargli il giusto posto nella comunità internazionale. Dobbiamo votare persone oneste pulite e non macchiate dalla corruzione. Questo ci garantirà una leadership pronta a lavorare per il bene del Paese in modo disinteressato”.
 
Le elezioni per il rinnovo del Lok Sabha giungono in un momento delicato per l’India: percorsa da tensioni etniche e violenze religiose che interrogano il modello di convivenza civile su cui ha costruito la sua storia moderna; attraversata dalle pulsioni cruente del nazionalismo indù e da movimenti indipendentisti pronti a colpire anche con le armi. Il card. di Mumbai riconosce che “in questi tempi sono molti a sentire un senso di insicurezza”. E aggiunge che a caratterizzare lo scenario attuale del Paese c’è anche “il divario sempre più crescente tra ricchi e poveri, tra abitanti delle città e delle campagne”.
 
Tra le sfide principali a cui il prossimo governo dovrà rispondere il card. Gracias pone la difesa della laicità. Afferma: “Un buon governo deve facilitare la crescita spirituale del popolo e non ostacolarla; ha un ruolo decisivo da giocare nel creare cittadini disinteressati e altruisti. In una democrazia, governare bene significa agire insieme per proteggere ciò che è importante per noi e promuovere i nostri valori comuni”.
 
Solo garantendo la pluralità di tradizioni e culture che contraddistingue la società indiana, il Paese potrà rimanere fedele a sé stesso e contribuire alla vita della società globale di oggi. “L’India ha molto da offrire al resto del pianeta essendo ‘la più grande democrazia nel mondo’”, dice il cardinale. Uno degli apporti più significativi che essa può dare alla società contemporanea è proprio la salvaguardia della dimensione spirituale dell’uomo. Afferma l’arcivescovo di Mumbai: “La spiritualità dovrebbe animare ogni ambito della nostra vita e spingere ad servire la popolazione, la comunità ed il Paese. Sono convinto che il senso religioso dell’uomo debba emergere in questi aspetti e far sì che nessuno dimentichi il proprio compito verso la nazione. Perché essere ‘uomini spirituali’ non significa coinvolgersi solo in cose trascendenti, ma anche con ciò che riguarda il governo del nostro Paese”.
 
“Dobbiamo guardare al futuro. Dobbiamo darci un buon governo che porti avanti il Paese”. Per il card. Gracias questo progresso non può che passare dalla lotta alla povertà e da politiche inclusive delle minoranze. Il divario tra ricchi e poveri e le discriminazioni che segnano in modo ostinato la società indiana gravano sul futuro del Paese. Solo politiche lungimiranti e coraggiose possono affrontare queste due sfide sempre più urgenti e assicurare che anche “i benefici della nostra crescita economica riguardino tutte le fasce della società”.
 
Dall’andamento delle prime due tornate elettorali il card. di Mumbai ricava segni confortanti. “Il nostro processo elettorale è degno di essere additato ad esempio. E sono orgoglioso che si stiano svolgendo elezioni pacifiche nonostante lo sforzo mastodontico per portare al voto un Paese enorme come il nostro. Stiamo percorrendo in modo pacifico il cammino da un governo ad un altro, il passaggio da una leadership ad un'altra. Ciò dimostra la maturità dei nostri cittadini ed anche dei nostri leader”.