Santa Sede- Israele: progressi, ma nessun accordo prima della visita del papa
di Arieh Cohen
Al raduno della Plenaria delle due delegazioni si registra un “significativo progresso”, i lavori continuano almeno fino al prossimo dicembre, quando ci sarà un incontro in Vaticano. Dal ’99 a tema vi sono le storiche esenzioni dalle tasse, le regole per le proprietà dei Luoghi santi, il ritorno di alcune proprietà espropriate e rase al suolo.

Tel Aviv (AsiaNews) – Vi sono significativi progressi nel rapporto fra la Santa Sede e lo Stato d’Israele, ma prima della visita di Benedetto XVI in Terra Santa non vi sarà la firma tanto attesa degli accordi economici e fiscali fra la Chiesa cattolica e Tel Aviv.

Ieri la Commissione bilaterale permanente di lavoro tra la S. Sede e lo Stato di Israele si è radunata presso il Ministero israeliano degli affari esteri in sessione plenaria. Le due delegazioni erano capeggiate rispettivamente da mons. Pietro Parolin, sottosegretario vaticano per i rapporti con gli Stati, e da Danny Avalon, vice-ministro israeliano degli esteri.

Dopo mezza giornata di dialoghi, le due delegazioni hanno rilasciato un comunicato congiunto in cui esprimono un “significativo progresso” registrato in questi mesi nel lavoro dei negoziatori dalla precedente plenaria tenutasi lo scorso dicembre. Essi hanno pure annunciato che la prossima plenaria si terrà in Vaticano il prossimo 10 dicembre. Diversi media si aspettavano che Commissione bilaterale avrebbe concluso i sull’accordo economico prima del pellegrinaggio di Benedetto XVI in Terra Santa (8-15 maggio), sebbene vari esperti erano dell’avviso che l’attesa fosse irrealistica. L’annuncio del prossimo appuntamento della plenaria indica che i lavori andranno avanti perlomeno fino a dicembre prossimo. Le delegazioni hanno riaffermato il loro impegno ad accelerare i negoziati per giungere all’accordo il più presto possibile.

Le delegazioni stanno negoziando un trattato che dovrebbe riconoscere alla Chiesa le storiche esenzioni dalle tasse nella Terra Santa (più o meno simili a quelle esistenti negli Usa e in altre nazioni occidentali), fissare regole per la protezione delle proprietà della Chiesa, specialmente i Luoghi santi, e ottenere il ritorno di alcune proprietà, in particolare alcuni luoghi sacri, come il santuario di Cesarea, espropriato e raso al suolo negli anni ’50. I negoziati sono iniziati l’11 marzo 1999.