Colombo annuncia amnistia per i guerriglieri, ma nessuna pietà per il capo delle Tigri
di Melani Manel Perera
Il ministro per le emergenze umanitarie e i diritti umani annuncia che è allo studio un programma per la riabilitazione dei membri del Ltte che si arrendono all’esercito. Buona parte della popolazione del sud dell’isola approva la proposta. Sale il consenso per il presidente Rajapksa.
Colombo (AsiaNews) - Amnistia per i guerriglieri delle Tigri tamil che si arrendono all’esercito, ma non per il capo supremo del Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte), Velupillai Prabhakaran. Mahinda Samarasinghe, ministro per le emergenze umanitarie e i diritti umani del governo di Colombo, ha rivelato che il procuratore generale del Paese, Mohan Peiris, sta verificando la possibilità di reinserire nella società gli ex ribelli attraverso un programma mirato di riabilitazione.
 
La notizia dell’amnistia sta trovando il favore degli abitanti del sud dell’isola e consolida l’alto indice di consensi raggiunto dal presidente Mahinda Rajapksa tra la popolazione. Per molti la proposta del ministro Samarasinghe è l’unica possibile per risolvere il problema dei guerriglieri una volta che il conflitto sarà terminato. Altri parlano invece della necessità di un “lavaggio del cervello” per assicurarsi che i militanti del Ltte si reintegrino di nuovo nella società.
 
Intanto proseguono gli scontri tra esercito e ribelli. Fonti militari affermano che nell’ondata di rifugiati che ha abbandonato la no fire zone nei giorni scorsi si sono infiltrati diversi membri delle Tigri. Alcune stime non ufficiali parlano di almeno 3mila persone. “Alcuni hanno confessato di essere membri del Ltte, altri sono stati messi sotto indagine per loro legami con il gruppo ribelle” afferma Samarasinghe.
 
Nessuna concessione invece al capo delle Tigri. La gente dice che “Prabhakaran non potrà mai essere perdonato”, e aggiunge che  egli “deve subire la pena più severa, comparabile alla distruzione che ha perpetrato per 30 anni all’isola e al suo popolo”.