Arrestati due tibetani per le proteste del marzo 2008
di Nirmala Carvalho
Sono colpevoli di avere inneggiato al Dalai Lama. Dal marzo 2008 la polizia cinese ricerca senza tregua e arresta chi ha protestato. I più fortunati riescono a fuggire in India dopo mesi di latitanza. Condannato all’ergastolo un altro monaco.

Dharamsala (AsiaNews) – Ad un anno dalle proteste tibetane del marzo 2008, la polizia cinese ancora ricerca chi vi ha partecipato e a maggio ha arrestato i fratelli Tenpa e Jamdo del villaggio Rapa, contea di Kardze (in cinese: Ganzi).

Il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (Tchrd) spiega che Tenpa e Jamdo hanno protestato in modo pacifico con circa 300 tibetani nella piazza centrale di Kardze il 18 marzo 2008. La polizia ha sparato sulla folla uccidendo almeno 3 persone. I due fratelli sono fuggiti, senza poter tornare a casa perché ricercati. Per oltre  un anno si sono nascosti sulle vicine colline, cambiando di continuo rifugio, fino all’arresto a Jiekundo (Qinghai) all’inizio di questo mese. Si ignora dove siano stati portati.

Dopo le proteste del 2008 centinaia di tibetani sono dovuti fuggire, ricercati dall’esercito cinese, cercando di arrivare in India.

Pochi giorni fa sono arrivati in India Maday Gonpo e il monaco Tsering Jigme (nella foto), che pure hanno partecipato alle proteste a Kardze il 18 marzo 2008 e da allora sono ricercati. Le autorità hanno messo su di loro una taglia tra 10 e 20mila yuan, annunciata in televisione. Gonpo racconta che stavano inneggiando al Dalai Lama, quando l’esercito è arrivato e ha sparato loro addosso. Da allora sono ricercati.

Secondo la procura di Kardze sono stati arrestati 73 tibetani per le proteste del 2008. Invece il Tchrd dice che sono molti di più.

Il 21 maggio il tribunale di Kanlho ha condannato all’ergastolo il monaco Tsultrim Gyatso del monastero di Labrang per “minaccia alla sicurezza pubblica” per avere partecipato a una protesta il 15 marzo 2008 nella contea Sangchu. Sono almeno 235 i tibetani condannati per le proteste, tra cui 5 condanne a morte e 11 all’ergastolo.