Leader cattolici pakistani contro i talebani: no all’imposizione della jizya
di Qaiser Felix
La tassa per le minoranze religiose è una “minaccia” e viola “i diritti umani di base”. Nelle aree tribali al confine con l’Afghanistan più di 700 famiglie non-musulmane colpite dal balzello e vittime di persecuzioni. Ministro federale per le minoranze condanna “senza mezzi termini” e promette aiuto alle vittime.
Lahore (AsiaNews) – La Commissione nazionale di Giustizia e pace (Ncjp) condanna l’imposizione della jizya – la tassa per le minoranze religiose – nelle Aree tribali di amministrazione federale (Fata) al confine fra Pakistan e Afghanistan. Essa costituisce una “minaccia diretta” e una “discriminazione dei diritti umani di base”.
 
Mons. John Saldanha, arcivescovo di Lahore, e Peter Jacob, segretario esecutivo di Ncjp, invocano “misure urgenti” del governo federale e provinciale della North-West Frontier Province (Nwfp) per far fronte alle “sofferenze delle famiglie non-musulmane” costrette a “versare i pochi soldi guadagnati a fatica” agli estremisti. Ad imporre la cosiddetta jizya a cristiani, indù e sikh è la Lashkar-e-Islam, organizzazione di militanti musulmani con base nella città di Bara, 10 km a sud-ovest di Peshawar. Fonti locali affermano che sono più di 700 le famiglie colpite dalla tassa per le minoranze.
 
I leader di Giustizia e pace denunciano la “mancanza di sicurezza” per le minoranze religiose nelle agenzie di Orkazai e Khyber, che si manifestano con “persecuzioni, tasse alle minoranze religiose ed espulsioni dalle zone di appartenenza”. La tassa mette anche in pericolo le “credenziali democratiche” e il “sistema politico” del Paese; per questo il governo deve “ribadire a chiare lettere che il Pakistan è una nazione democratica” che nono tollera “discriminazioni e ingiustizie economiche verso le minoranze religiose” che sono “cittadini a tutti gli effetti e non popoli conquistati”. Valori che – ricordano i capi di Ncjp – sono “sanciti anche dalla Costituzione e dal sistema politico nazionale”.
 
A rispondere all’appello dei leader cattolici è Shahbaz Bhatti, Ministro pakistano per le minoranze, il quale “condanna senza mezzi termini” il versamento della jizya per i non-musulmani. Essa è “illegale, contraria all’etica e alla Costituzione” spiega il ministro cattolico ad AsiaNews, che denuncia “le violenze commesse in nome della religione”. “Non permetteremo ai talebani – conclude Bhatti – di minacciare o colpire le minoranze. Questo è un nostro compito istituzionale e un dovere morale”.