Aung San Suu Kuy verrà condannata ai domiciliari
Fonti vicine alla giunta militare riferiscono che la leader dell’opposizione sarà confinata in una base militare della periferia di Yangon. La “Signora” è ancora sotto processo per l’ingresso del cittadino americano nella sua abitazione. Dissidenti birmani fanno circolare mail in cui la Nobel ringrazia il regime militare “per aver riportato il caso all’attenzione dei media internazionali”.
Yangon (AsiaNews) – Aung San Suu Kyi verrà condannata di nuovo agli arresti domiciliari. È quanto rivela oggi il quotidiano dissidente birmano Mizzima News, citando fonti anonime vicine agli ambienti militari. La Nobel per la pace, attualmente in carcere e sotto processo, dovrebbe essere confinata “in una base militare nella periferia di Yangon”.
 
La fonte anonima citata da Mizzima News spiega che “la giunta si prepara a isolare Aung San Suu Kyi in una casa del sobborgo di Ye Mon”, dove è ubicata la “base della 11esima divisione di fanteria leggera”, nella periferia di Yangon.  
 
La leader della Lega nazionale per la democrazia – fino al 26 maggio scorso agli arresti domiciliari nella sua casa di University Road, a Yangon – rischia cinque anni di carcere a causa dell’intrusione di John Yettaw, 53enne americano, nella sua abitazione. I legali di Aung San Suu Kyi aggiungono che fra le leggi citate per imprigionarla vi è anche la Costituzione del 1975, la quale però non ha più valore legale perché abrogata dallo stesso Than Shwe e dalla giunta militare quando, nel 1988, sono saliti al potere.
 
Il processo a carico della leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) – rinchiusa nella prigione di Insein – continua ma la giunta “avrebbe già deciso di condannarla ai domiciliari”, per impedirle di concorrere alle elezioni politiche in programma nel 2010.
 
Fonti di AsiaNews in Myanmar riferiscono inoltre di una mail che circola nel Paese, in cui un anonimo studente birmano scrive alla giunta militare a nome di Aung San Suu Kyi. La missiva, con un evidente fondo di ironia, ringrazia “l’ingenuo generale Than Shwe” perché “il mondo si era dimenticato della mia condizione” poiché troppo impegnato a “pensare solo a problemi economici e finanziari”. “Ero rinchiusa in una casa – si legge nella mail – con la sola compagnia delle mie due assistenti e stavo male. Ti ringrazio per avermi di nuovo fatto incontrare il mondo; mi spiace però che in questo dramma tu sia diventato il ‘cattivo’, e a causa mia la gente ti odia”.
 
Prendendo spunto dalla passione del generale birmano per il cinema, la mail si conclude affermando che “lei ha organizzato una messa in scena – l’ingresso di John Yettaw nella casa di Aung San Suu Kyi, ndr – per giustificare il mio arresto” e “ha fatto credere che io e lui fossimo fidanzati” quando è noto che “la mia casa è la più sorvegliata di tutto il Myanmar, guardata a vista 24 ore su 24 dai militari, ed è impossibile entrare”.
 
La fonte di AsiaNews denuncia infine un nuovo giro di vite sui media e internet, con controlli a tappeto in tutto il Paese.