Kirkuk, solidarietà dei cristiani per le vittime della moschea di Taza
Mons. Louis Sako a capo di una delegazione che ha incontrato le autorità civili e i leader religiosi musulmani, i quali “apprezzano” il “gesto di solidarietà”. Il prelato denuncia una “situazione instabile” e sottolinea la “paura della popolazione”. L’esplosione del camion-bomba ha causato 74 morti e più di 200 feriti.
Kirkuk (AsiaNews) – La comunità cristiana esprime cordoglio e solidarietà ai musulmani per la strage che il 20 giugno scorso ha colpito la moschea sciita di Taza, cittadina a 20 km da Kirkuk nel kurdistan irakeno. Una delegazione guidata da mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, si è recata sul luogo della strage per visitare i familiari delle vittime e la popolazione civile. Il prelato ha incontrato i capi del governo locale e le autorità religiose musulmane, che hanno “apprezzato” il gesto “di solidarietà”.
 
Il 20 giugno scorso un camion bomba è esploso al mercato di Taza, nei pressi della locale moschea sciita di al Rasoul, uccidendo 74 persone e ferendone circa 200; più di 50 le case andate distrutte in seguito alla deflagrazione. L’attacco è stato portato al termine della preghiera, mentre i fedeli uscivano dal luogo di culto. Fonti locali parlano di una strage che al momento “non è stata rivendicata da nessun gruppo”; si tratta dell’attentato più sanguinoso registrato nel Paese nell’ultimo anno.
 
“In Iraq la situazione è ancora instabile” commenta ad AsiaNews mons. Louis Sako. L’arcivescovo di Kirkuk conferma che vi sono ancora diversi casi di “rapimenti, esplosioni e omicidi”. “La popolazione ha paura” aggiunge il prelato, e il ritiro delle truppe americane è fonte di ulteriore “preoccupazione” perché la situazione potrebbe precipitare. Le autorità locali e i leader religiosi musulmani hanno “apprezzato” il gesto della comunità cristiana, che sottolinea la propria “vicinanza” e “solidarietà” alle vittime della strage.