Orissa: suora violentata dagli estremisti indù riconosce uno dei suo assalitori
di Nirmala Carvalho
È la terza persona riconosciuta dalla religiosa, tra le prime vittime dei pogrom anti-cristiani dell’agosto scorso. P. Chellan che ha accompagnato la suora nel carcere di Choudwar a Cuttack, afferma: “Il cambio della situazione politica sembra aver avuto un impatto positivo anche sul modo di condurre le indagini”.
Bhubaneshwar (AsiaNews) - Sr. Meena Barwa, la religiosa violentata da un gruppo di radicali indù il 25 agosto scorso, ha riconosciuto un altro dei suoi assalitori.
 
Ieri, accompagnata da p. Thomas Chellan nel penitenziario di Choudwar a Cuttack, la suora 29enne è stata sottoposta ad una nuova Test Identification Parade (Tip), la seconda dopo quella del 5 gennaio scorso in cui aveva già indicato due dei responsabili delle violenze subite.
 
Arrivata nel carcere alle 13 e 30, per un’ora circa ha dovuto passare in rassegna settanta persone. Fra essi r. Meena ha indicato Sitaram Patra. Interpellato da AsiaNews, p. Chellan spiega che esso “non è tuttavia il principale accusato dello stupro” avvenuto nel Centro pastorale Divyajyoti, a K Nuagaon, nel distretto di Kandhamal (Orissa).
 
Il sacerdote, testimone e vittima dell’assalto al centro da lui diretto, aveva accompagnato la suora anche alla prima Tip. P. Chellan non ha preso parte all’identificazione, ma spiega che questa volta “l’intera procedura si è svolta in modo dignitoso, con la dovuta attenzione alla delicatezza del caso”. All’inizio della vicenda giudiziaria, sr. Meena aveva rifiutato di collaborare alle indagini anche per la mancanza di fiducia nei confronti della polizia. P. Chellan afferma che “il cambio della situazione politica nello Stato”, con la sconfitta degli indù del Bharatiya Janata Party, “sembra aver avuto un impatto positivo anche sul modo di condurre le indagini”.
 

Il sacerdote della diocesi di Cuttack- Bhubaneshwar ritiene che “da quando il caso di Sr. Meena ha assunto rilevanza internazionale si è registrata una maggiore serietà da parte delle autorità nelle indagini”. E aggiunge “ora sembra emergere la volontà politica di assicurare alla giustizia i colpevoli, almeno in questo caso. Se questa intenzione è sincera le autorità possono arrivare ad arrestare i principali responsabili oltre ai 17 già fermati con l’accusa di essere coinvolti”.