Lahore, vittime della blasfemia: operai uccidono il titolare dell’azienda
Un testimone avrebbe visto l’imprenditore rimuovere dalle pareti dell’ufficio un calendario – vecchio – con frasi tratte dal Corano. Nell’assalto sono morte altre due persone vicine all’uomo. La folla inferocita ha picchiato gli impiegati dell’amministrazione e dato fuoco alla fabbrica. Oggi il premier Gilani a Gojra per solidarizzare con le vittime cristiane del massacro.
Lahore (AsiaNews/Agenzie) – Un gruppo di operai inferociti ha assalito e ucciso il proprietario di una fabbrica e due compagni. Il fatto, riferisce una Tv privata del Paese, è avvenuto il 4 agosto lungo la direttrice che unisce Muridke e Sheikhupura, cittadine nei dintorni di Lahore. L’attacco sarebbe da imputare alla “profanazione del Corano” perpetrata dall’uomo.
 
Sulla vicenda vi sono però ricostruzioni discordanti, fatte da due diverse emittenti televisive pakistane. La prima parla di una disputa per salari non pagati, in seguito alla quale gli operai hanno ucciso il datore di lavoro. La seconda spiega invece che l’imprenditore – identificato con il nome di Najeebullah – è stato ucciso per aver profanato il libro sacro dei musulmani.
 
Alle due del pomeriggio del 4 agosto scorso – racconta l’emittente privata – un lavoratore è entrato nella fabbrica di Najeebullah e ha visto l’uomo che rimuoveva dalle pareti un vecchio calendario, con impresse delle citazioni tratte dal Corano. L’operaio ha quindi incolpato l’imprenditore di “dissacrare” il libro sacro e, quando una guardia ha cercato di bloccarlo, egli ha richiamato l’attenzione dei colleghi, accusando l’uomo di “blasfemia”.
 
La guardia ha aperto il fuoco, aizzando ancora di più gli animi della folla, che ha ucciso il titolare della fabbrica, due compagni, picchiato diversi impiegati e, infine, incendiato l’azienda. La polizia ha cercato di intervenire per sedare gli animi, ma i musulmani inferociti hanno rubato le armi di ordinanza.
 
L’ennesimo caso di omicidio in nome della blasfemia segue di pochi giorni il massacro di un gruppo di cristiani a Gojra, nel Punjab. Oggi il premier pakistano Yousuf Raza Gilani si è recato in vista ufficiale nella zona per esprimere “solidarietà alla comunità cristiana” e ribadire la condanna degli attacchi, sui quali è in corso un’inchiesta.