Leader cristiani in India: il Pakistan deve abolire la legge sulla blasfemia
In un messaggio al presidente pakistano Zardari, i cristiani indiani chiedono di punire i responsabili delle violenze a Korian e Gojra. Essi sottolineano che l’accusa di profanare il Corano è il pretesto per “colpire le minoranze”, mentre i mullah “fomentano odio e violenza”.
New Delhi (AsiaNews) – Abolire la legge sulla blasfemia e punire i responsabile delle violenze anti-cristiane a Gojra e Korian, in Pakistan. Sono le richieste avanzate ieri dai leader cristiani dell’India, durante una manifestazione pacifica davanti alla sede dell’Alta Commissione pakistana a New Delhi. Essi hanno anche inviato una lettera al presidente pakistano Asif Ali Zardari, in cui sottolineano che “l’accusa di profanare il Corano” è diventata un “pretesto” per giustificare la persecuzione religiosa.
 
La manifestazione, che ha visto la partecipazione di fedeli cattolici, protestanti, evangelici, pentecostali e altre denominazioni cristiane, è stata indetta dal National United Christian Forum, da Global Council of Indian Christians e da All India Christian Council. Solidarietà alla comunità cristiana è stata espressa anche da Asghar Ali Engineer, personalità di primo piano del mondo musulmano indiano.
 
Nel messaggio al presidente pakistano Zardari, i leader cristiani ricordano che “anche l’India è stata vittima di violenze analoghe”, ma non c’è niente di “causale nelle violenze contro le minoranze religiose”. Essi aggiungono che “l’accusa di blasfemia e di profanazione è diventata un’abitudine per colpire la comunità [cristiana]”, mentre i mullah (gli esperti di legge islamica, ndr) “fomentano odio e violenza” durante le preghiere.
 
“Vi sono indizi – continua la lettera – che gli attacchi a Korian e Gojra sono stati pianificati e le persone istigate da gruppi islamici fuorilegge. Questi gruppi vogliono una sorta di pulizia religiosa”. Per questo la comunità cristiana in India “si unisce alle persone di pace e di buona volontà di tutto il mondo” e sostengono la richiesta “della società civile pakistana e delle minoranze, specialmente i cristiani, perché il governo federale compia azioni decise per assicurare i colpevoli alla giustizia e crei un ambiente di pace, nel quale le minoranze religiose possano riconquistare fiducia”.