Taipei, "superiore a 500" il bilancio delle vittime di Morakot
Prime ammissioni del presidente taiwanese Ma Ying-jeou sul numero dei morti. Agenzia governativa parla di “più di 390 persone sepolte vive” nel villaggio di Hsiaolin, nel sud dell’isola, il più colpito dal tifone. Monta la polemica politica sui ritardi e le inefficienze nei soccorsi.
Taipei (AsiaNews/agenzie) – Le vittime di Morakot potrebbero essere più di 500; nel villaggio dove il passaggio del tifone ha causato maggiori danni, i soccorritori temono che oltre 390 persone siano rimaste “sepolte vive”. Continua l’emergenza a Taiwan, colpita lo scorso fine settimana da una tempesta tropicale; i danni maggiori si sono registrati a sud dell’isola, dove colate di fango hanno seppellito case, strade e ponti.
 
Ma Ying-jeou, presidente di Taiwan, dice di aspettarsi un numero di vittime “superiore a 500”. Al momento i morti ufficiali sono 117, ma un responsabile della National Fire Agency – impegnata nelle operazioni di soccorso – afferma che “più di 390 persone potrebbero essere sepolte vive” nel villaggio di Hsiaolin, il più colpito dal tifone.
 
Morakot si è abbattuto sui Taiwan lo scorso fine settimana, scaricando circa due metri di pioggia. Si tratta della peggiore alluvione degli ultimi 50 anni. I danni nel comparto agricolo superano i 200 milioni di dollari, migliaia le case senza luce né acqua.
 
Nel villaggio di Hsiaolin centinaia di persone sono state tratte in salvo dagli elicotteri inviati dal governo. A Taiwan, intanto, monta la polemica politica: ieri l’opposizione interna e i sopravvissuti alla tragedia hanno accusato il presidente di “inefficienza” nelle operazioni di soccorso, che ha contribuito ad aggravare il bilancio delle vittime.