Papa: Sacerdoti istruiti e consacrati al Cuore di Gesù e Maria, come san Giovanni Eudes
Benedetto XVI sottolinea l’importanza della formazione permanente del clero, paragonando la nostra epoca a quella del santo francese, che aveva “lucida consapevolezza del grave bisogno di aiuto spirituale, in cui versavano le anime proprio a causa anche dell’inadeguatezza di gran parte del clero”.

Castel Gandolfo (AsiaNews) -  La figura di san Giovanni Eudes e l’urgenza della formazione del clero sono stati i temi affrontati da Benedetto XVI nella sua udienza generale, a cui erano presenti anche pellegrini venuti dall’India. In questo Anno sacerdotale, il pontefice ha chiesto a tutti i fedeli di pregare per i sacerdoti  e per i candidati al sacerdozio, ricordando l’esortazione a loro rivolta dal santo francese: "Donatevi a Gesù, per entrare nell’immensità del suo grande Cuore, che contiene il Cuore della sua Santa Madre e di tutti i santi, e per perdervi in questo abisso di amore, di carità, di misericordia, di umiltà, di purezza, di pazienza, di sottomissione e di santità" (Coeur admirable, III, 2).

Il papa ha dapprima presentato san Giovanni Eudes – la cui festa ricorre oggi nel calendario liturgico - nel contesto storico in cui è vissuto, quello dell’Europa del XVII secolo, “un secolo segnato da contrapposti fenomeni religiosi e anche da gravi problemi politici. E’ il tempo della guerra dei Trent’anni, che ha devastato non solo gran parte del Centro Europa, ma ha devastato anche le anime”.

Eppure, proprio i quel periodo lo Spirito Santo ha suscitato personalità spirituali del calibro di de Bérulle, san Vincenzo de Paoli, san Luigi M. Grignon de Montfort e san Giovanni Eudes.

Il papa spiega: “Il Concilio di Trento, nel 1563, aveva emanato norme per l'erezione dei seminari diocesani e per la formazione dei sacerdoti, in quanto il Concilio era ben consapevole che tutta la crisi della riforma era anche condizionata da un'insufficiente formazione dei sacerdoti, che non erano preparati per il sacerdozio in modo giusto, intellettualmente e spiritualmente, nel cuore e nell'anima. Questo nel 1563; ma siccome l'applicazione e la realizzazione delle norme tardavano sia in Germania, sia in Francia, san Giovanni Eudes vide le conseguenze di questa mancanza. Mosso dalla lucida consapevolezza del grave bisogno di aiuto spirituale, in cui versavano le anime proprio a causa anche dell’inadeguatezza di gran parte del clero, il santo, che era un parroco, istituì una Congregazione dedita in maniera specifica alla formazione dei sacerdoti. Nella città universitaria di Caen fondò il suo primo seminario, esperienza quanto mai apprezzata, che ben presto si allargò ad altre diocesi. Il cammino di santità, da lui percorso e proposto ai suoi discepoli, aveva come fondamento una solida fiducia nell’amore che Dio ha rivelato all’umanità nel Cuore sacerdotale di Cristo e nel Cuore materno di Maria. In quel tempo di crudeltà, di perdita di interiorità, egli si rivolse al cuore, per dire al cuore una parola dei Salmi molto ben interpretata da sant'Agostino. Voleva richiamare le persone, gli uomini e soprattutto i futuri sacerdoti al cuore, mostrando il cuore sacerdotale di Cristo e il cuore materno di Maria. Di questo amore del cuore di Cristo e di Maria ogni sacerdote deve essere testimone e apostolo”.

“Anche oggi – attualizza il pontefice - si avverte la necessità che i sacerdoti testimonino l’infinita misericordia di Dio con una vita tutta ‘conquistata’ dal Cristo, ed apprendano questo fin dagli anni della loro preparazione nei seminari. Papa Giovanni Paolo II, dopo il Sinodo del 1990, ha emanato l’Esortazione apostolica Pastores dabo vobis nella quale riprende e aggiorna le norme del Concilio di Trento e sottolinea soprattutto la necessaria continuità tra il momento iniziale e quello permanente della formazione; questo per lui, per noi è un vero punto di partenza per un’autentica riforma della vita e dell’apostolato dei sacerdoti, ed è anche il punto nodale affinché la ‘nuova evangelizzazione’ non sia semplicemente solo uno slogan attraente, ma si traduca in realtà. Le fondamenta poste nella formazione seminaristica, costituiscono quell’insostituibile ‘humus spirituale’ nel quale ‘imparare Cristo’, lasciandosi progressivamente configurare a Lui, unico Sommo Sacerdote e Buon Pastore. Il tempo del Seminario va visto pertanto come l’attualizzazione del momento in cui il Signore Gesù, dopo aver chiamato gli apostoli e prima di mandarli a predicare, chiede loro di stare con Lui (cfr. Mc 3,14). Quando san Marco racconta la vocazione dei dodici apostoli, ci dice che Gesù aveva un duplice scopo: il primo era che stessero con Lui, il secondo che fossero mandati a predicare. Ma andando sempre con Lui, realmente annunciano Cristo e portano la realtà del Vangelo al mondo”.

Un fatto curioso citato da Benedetto XVI è che san Giovanni Eudes e il Sabto Curato d’Ars – protettore di questo Anno sacerdotale – sono stati canonizzati lo stesso giorno -  il 31 maggio 1925- da Pio XI, “offrendo alla Chiesa e al mondo intero due straordinari esempi di santità sacerdotale”.