A Kirkuk leader cristiani e musulmani per il dialogo e la riconciliazione
Su invito di mons. Sako, 50 esponenti religiosi si riuniscono in occasione del Ramadan per lanciare un appello ai responsabili politici perché sia posta fine ai conflitti e alle divisioni. “Siamo tutti fratelli, figli dello stesso Dio. Dobbiamo rispettarci e cooperare per il bene del popolo e del nostro Paese”.
Kirkuk (AsiaNews) – Forte appello alla pace nazionale, alla riconciliazione e alla fine della violenza dei capi religiosi, cristiani e musulmani, di Kirkuk. Riuniti nella cattedrale su invito dell’arcivescovo Louis Sako, 50 rappresentanti cristiani e musulmani si troveranno per cenare insieme. L’arcivescovo ha spiegato che si tratta “di un gesto di vicinanza verso i nostri fratelli musulmani. Siamo tutti fratelli, figli dello stesso Dio. Dobbiamo rispettarci e cooperare per il bene del popolo e del nostro Paese”. “L’Iraq – ha aggiunto mons. Sako - ha bisogno di riconciliazione, di dialogo.
 
Tra loro anche i rappresentanti di Ali Sistani e di Muqtada al Sadr. Il messaggio, che AsiaNews pubblica in una sua traduzione, verrà distribuito ai medias e ai responsabili  politici della città.
 
“Nell'occasione del mese del Ramadan, vorremmo esprimere ai nostri fratelli musulmani, i nostri più vivi e sinceri auguri, affinché questo stia un tempo distinto e forte per la preghiera, il perdono e la riconciliazione, e per creare un ambiente di sicurezza nel quale le nostre ferite sarano guarite e le nostre preoccupazioni andranno via, in modo che possiamo vivere in un clima di pace e di gioia.
 
Noi siamo uomini di religione, cristiani e musulmani, provenienti da tutte e sette le parti di Kirkuk, e senza voler interferire nella politica e in controversie, ma sulla base dei nostri impegni umanitari e religiosi, chiediamo a tutte le parti interessate di risolvere il problema di Kirkuk, di adottare il linguaggio della ragione e di sedersi insieme e impegnarsi in un dialogo, al fine di trovare una soluzione politica che salvaguardi la sicurezza del popolo della città, e la sua unità. Permetta a tutte le componenti della città fratellanza e convivenza.  
 
Le parole faziose potrebbero portare a un conflitto, che porta al disastro per tutti, e non risolvono le questioni. Pertanto chiediamo a tutti colooro che ne hanno il potere di assumersi la responsabilità di trovare il modo migliore per risolvere i problemi esistenti e rendere il Paese più sicuro e più stabile, il che contribuisce all'unità e alla cooperazione. L’Iraq ha bisogno di essere coraggioso e responsabile nei confronti della sua storia. ... Basta con le guerre e la violenza, vogliamo pace e stabilità.
 
Per parte nostra, riconosciamo i nostri legami. Aspettiamo le vostre preghiere e buoni uffici, e la costruzione del vostro dialogo per consolidare la pace e promuovere la stabilità”.
Foto: Ankawa.com