Uccisi in una miniera dell’Henan: 35 morti, 44 dispersi
La miniera non aveva il permesso di lavorare, in attesa di ristrutturazioni. Incurie e connivenze con le autorità locali. In un anno le miniere hanno ucciso 3500 persone, ma stime indipendenti dicono che vi sono 20 mila vittime.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 35 persone sono rimaste uccise e 44 si trovano intrappolate in una galleria per uno scoppio di grisù in una miniera dell’Henan. L’amministrazione statale per la sicurezza sul lavoro ha comunicato che 93 persone si trovavano a lavorare nella miniera di carbone a Pingdingshan, quando è avvenuta l’esplosione. Quattordici minatori sono riusciti a venire in superficie.

Un portavoce locale del Partito comunista afferma che la miniera aveva bisogno di restauri e che il governo della città non aveva dato ancora il permesso di riprendere le operazioni.

Le miniere cinesi sono le più pericolose al mondo. Il maggior numero di incidenti avviene per mancanza di norme di sicurezza, spesso inattese con la collusione delle autorità locali. Il carbone rappresenta il 70% delle fonti energetiche necessarie allo sviluppo della Cina e il governo spinge a sempre maggiore produzione anche con incentivi economici. All’applicazione vaga delle regole si sicurezza si aggiunge pure la rilassatezza della giustizia: nel 2006, il 95% dei funzionari del Partito implicati nelle proprietà di miniere ove si sono verificati incidenti mortali, sono stati prosciolti.

Lo scorso anno il numero ufficiale dei morti in miniera è stato di 3500. Ma organizzazioni non governative affermano che molti degli incidenti (e le vittime) vengono nascosti per timore di dover chiudere l’attività e pongono a 20 mila il numero dei morti in un anno.