Estremisti islamici minacciano di morte ministro cattolico che lotta contro la blasfemia
di Fareed Khan
Shahbaz Bhatti, ministro per le minoranze, conferma le intimidazioni, ma aggiunge di essere pronto “a qualsiasi sacrificio per il popolo”. Egli chiede giustizia per le vittime di Gojra e risarcimenti per i sopravvissuti. Continua la raccolta firme di Giustizia e Pace per la cancellazione della legge.
Islamabad (AsiaNews) – “Da tempo ricevo telefonate minatorie da parte degli estremisti islamici, che minacciano di uccidermi, ma questo non mi impedirà di continuare il mio lavoro per le minoranze del Paese”. È quanto afferma ad AsiaNews Shahbaz Bhatti, Ministro federale per minoranze, che rinnova il proprio impegno a favore dei diritti umani in Pakistan.  
 
Di recente Shahbaz Bhatti, di fede cattolica, è stato minacciato perché ha chiesto giustizia per le vittime di Gojra e per il suo impegno parlamentare volto all’abolizione della controversa legge sulla blasfemia.
 
Il 30 luglio scorso migliaia di fondamentalisti islamici hanno assaltato il villaggio di Koriyan, bruciando 51 case cristiane. Il primo agosto, almeno 3mila estremisti hanno preso di mira la comunità cristiana di Gojra, bruciando vive sette persone (tra cui due bambini e tre donne) ferendone 19 e incendiando un centinaio di abitazioni.
 
Il ministro, che è anche presidente di All Pakistan Minorities Alliance (Apma), spiega che “il governo è a conoscenza delle minacce dei fondamentalisti. Essi ci vogliono colpire perché facciamo del nostro meglio per assicurare protezione e giustizia alle vittime di Gojra e per la battaglia in parlamento volta all’abolizione di tutte le leggi discriminatorie nel Paese”.
 
Bhatti ribadisce “di non essere spaventato da questi atti codardi” e conferma di “rimanere saldo nella mia missione: lottare per la parità dei diritti delle minoranze e una loro posizione rispettabile in seno alla società”. Egli aggiunge di essere pronto “a qualsiasi sacrificio per il popolo” fino a “versare l’ultima goccia di sangue: queste minacce non mi fermeranno”. In Pakistan, conclude, sono presenti alcune frange che “sono contro la pace e l’armonia sociale”, ma “dobbiamo combatterle con coraggio”.
 
Nelle scorse settimane la Commissione nazionale di Giustizia e Pace (Ncjp), un organismo della Chiesa cattolica pakistana, ha avviato una raccolta firme per chiedere l’abolizione della legge sulla blasfemia dal codice penale del Paese. ricordando le violenze contro le minoranze religiose nel Kasur, a Gojra e in altre zone del Pakistan, la campagna mira alla cancellazione immediata della normativa.
 
Secondo i dati forniti da Ncjp, che vanno dal 1986 all’agosto 2009, almeno 964 persone sono state incriminate per aver profanato il Corano. Di queste, 479 sono musulmani, 119 cristiani, 340 ahmadi, 14 indù e 10 di cui non si conosce la fede. Ad oggi sono 32 gli omicidi extra-giudiziali, perpetrati da folle di estremisti o singoli assassini, che il più delle volte restano impuniti.