Xinjiang, prime condanne per i presunti autori degli attacchi con siringhe
Sentenze fino a 15 anni di galera per due uomini e una donna. Il tribunale non ha diffuso l’etnia, ma sembrano appartenere alla minoranza uiguri. Una ottantina di persone in attesa di processo per le violenze a Urumqi, ma le autorità non hanno diffuso la data delle udienze.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Un tribunale dello Xinjiang ha condannato tre persone con pene fino a 15 anni di detenzione, nel primo processo contro i presunti autori degli attacchi con siringhe ipodermiche. Le autorità non hanno reso nota l’etnia degli imputati, ma dai nomi sembra che appartengano alla minoranza musulmana uiguri.
 
In settimana fonti ufficiali dello Xinjiang hanno riferito di aver arrestato 12 sospetti, implicati nelle misteriose aggressioni di ignoti armati di siringhe ipodermiche, con cui “pugnalavano” i passanti. Secondo i media cinesi, da metà agosto vi sarebbero stati centinaia di casi di ferimenti; essi hanno contribuito a esacerbare la tensione fra la minoranza musulmana uiguri e i cinesi di etnia han.
 
Il tribunale di Urumqi ha condannato a 15 anni di galera Yilipan Yilihamu, un ragazzo di 19 anni che avrebbe colpito una donna mentre comprava frutta in un mercato. Dieci anni di prigione per Muhutaerjiang Turdi, 34 anni, e sette ad Aimannisha Guli, una ragazza di 22 anni. Entrambi avrebbero minacciato un taxista con una siringa, rubandogli circa 700 yuan (pari 103 dollari Usa).
 
Intanto resta alta la tensione a Urumqi: la scorsa settimana cinque persone sono morte nel corso di una protesta che ha riunito migliaia di cittadini, i quali chiedevano le dimissioni del capo del partito comunista locale. Le autorità non hanno voluto chiarire le cause del decesso.
 
Dal luglio scorso lo Xinjiang è teatro di violenze e tensioni sociali fra la minoranza musulmana uiguri e i cinesi di etnia han. Si tratta dei peggiori scontri etnici in Cina degli ultimi decenni e nel Paese monta la protesta, con la richiesta di pene esemplari per i colpevoli. La polizia ha incriminato una ottantina di persone, in attesa di processo; finora non sono state diffuse le date delle udienze.