Kirkuk, libero il medico cristiano da un mese nelle mani dei rapitori
Samir Gorja, 50 anni e padre di due figli, è stato rilasciato dietro pagamento “di un riscatto importante”. Egli presenta segni di torture in tutto il corpo. Per la sua liberazione cristiani e musulmani avevano lanciato un appello congiunto. Arcivescovo di Kirkuk: “un vero testimone di Cristo”.
Kirkuk (AsiaNews) – Samir Gorja, medico 50 enne cristiano da un mese nelle mani dei sequestratori, è stato liberato nel tardo pomeriggio di oggi. Lo confermano fonti di AsiaNews a Kirkuk, che riferiscono di “torture e abusi” subiti nel corso della prigionia; l’uomo, infatti, presenta “profonde ferite in tutto il corpo, sulle braccia, le mani, il dorso, il petto: è stato torturato”. Per la sua liberazione “la famiglia ha pagato un riscatto importante”, anche se non è stata specificata la somma versata ai sequestratori.
 
Mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, si è subito recato in ospedale per visitare il medico cristiano, di cui ha sempre sottolineato “la grande fede: un vero testimone di Cristo”, come lo ha definito spesso.
 
Il 29 agosto scorso, durante una cena organizzata da mons. Sako per l’inizio del Ramadan, un centinaio di personalità di primo piano cristiane e musulmane (sciite e sunnite) avevano lanciato un appello congiunto per la sua liberazione. ““Musulmani e cristiani – ha sottolineato durante la cena l’arcivescovo – condannano questo sequestro e tutte le azioni che non fanno il bene del Paese”.
 
Samir Gorgia, 50enne sposato e padre di due figli, un maschio e una femmina, è stato rapito verso le 9 di sera del 18 agosto, mentre rientrava a piedi nella sua abitazione. Durante le concitate fasi del sequestro è stato ucciso un passante, anch’egli di fede cristiana. “Anche in questo caso – racconta la fonte di AsiaNews – si tratta di una persona ben conosciuta. È un medico specialista, noto e apprezzato da tutti” per la dedizione al lavoro.
 
Fonti di AsiaNews in Iraq confermano che alla base dei rapimenti, perpetrati da bande locali, vi sono “motivi economici”. I cristiani – da sempre punto di riferimento culturale ed economico del Paese – vengono rapiti “per ottenere un riscatto” da esponenti della criminalità organizzata o malviventi che agiscono per denaro.(DS)