Arresti arbitrari, minacce, sequestri: la nuova persecuzione anticristiana
E’ in atto una vera persecuzione soprattutto contro i protestanti, accusati di essere una “minaccia” per il governo perché aderiscono a fedi estere. Negata la scuola ai figli e l’acqua alle famiglie, credenti trattati come paria e cacciati dal villaggio. Tra le cause, il sostegno economico di Paesi autoritari.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – Continua la persecuzione contro i cristiani nel Laos, con arresti e minacce contro i fedeli, talvolta persino banditi dal loro villaggio.

Il gruppo Human Rights Watch for Lao Religious Freedom (Hrwlrf) denuncia che il 3 settembre nel villaggio Lainsai, nel meridione, la polizia ha arrestato Thao Oun, riferimento dei cristiani locali della Chiesa Boukham, accusandolo di avere cercato di distruggere la Nazione e il governo tramite l’adesione alla fede cristiana. Egli è stato interrogato e minacciato per ore, con la pressante richiesta di denunciare gli altri credenti.

Il 5 settembre è stato arrestato Thao Aom, cristiano convertito da solo 10 mesi. Ha rifiutato di abiurare e le autorità lo hanno bandito dal suo villaggio.

Il giorno dopo, domenica 6 settembre, la polizia ha circondato la locale Chiesa Boukham e impedito ai fedeli di entrare per pregare.

Nella zona le autorità impediscono ai cristiani di mandare i loro figli a scuola e negano loro l’acqua, le cure mediche e la protezione della legge, cercando di renderli veri paria. In questo clima, sono riferite frequenti aggressioni anche da parte di semplici cittadini, che sanno di poter usare violenza ai cristiani senza dover temere conseguenze.

Le autorità del Laos comunista accusano i cristiani protestanti di aderire a credenze “di importazione Usa” che ritengono una “minaccia” per il sistema politico.

Alla fine degli anni ’90 nel Paese c’erano state diffuse persecuzioni e torture contro i cristiani, al punto che il Laos era stato messo “sotto osservazione” nel Rapporto annuale Usa sulla Libertà religiosa nel mondo, termine che indica una decisa critica contro il governo. In seguito Ventiane aveva mostrato maggiore tolleranza religiosa, per evitare di perdere gli aiuti finanziari internazionali, essenziali per questo povero Paese. Ma Hrwlrf denuncia che di recente Vientiane ha allacciato più stretti rapporti con vicini Stati totalitari, come la Cina, e le autorità hanno ripreso la persecuzione contro i cristiani.

Secondo il Rapporto annuale Usa sulla Libertà religiosa, nel solo luglio 2008 oltre 500 cristiani hanno subito minacce e violenze per farli abiurare, consistenti in carcere, bando dal villaggio, sequestro di bestiame (molto importante per l’economia familiare), rifiuto della scuola per i figli, negazione dei documenti d’identità.