Vescovo di Rawalpindi: cristiani pakistani, “unità e luce” in mezzo alle persecuzioni
di Sarah John
Mons. Rufin Anthony ricorda il “lavoro dei missionari” che ha permesso la nascita di “vocazioni a livello locale”. Il prelato denuncia sentimenti di “gelosia, pregiudizio e odio” e conferma la crescita continua dell’intolleranza religiosa. Egli invita a lavorare “per l’unità e la cooperazione”.
Faisalabad (AsiaNews) – In un Paese dilaniato da persecuzioni contro le minoranze, la “presenza” dei cristiani deve essere “simbolo di unità e di luce”. È quanto ha ricordato mons. Rufin Anthony, neo-vescovo di Rawalpindi – la quarta città per grandezza del Pakistan – durante una messa celebrata nella cattedrale dei Ss Pietro e Paolo, il 26 settembre scorso a Faisalabad. Centinaia i presenti fra prelati, religiosi, suore e laici, riuniti in cattedrale per salutare il vescovo, originario di Faisalabad, che il 21 settembre ha preso possesso della nuova diocesi.  
 
“Il vescovo Rufin – ha ricordato mons. Joseph Coutts, vescovo di Faisalabad – è un figlio della [nostra] diocesi e sono lieto di accoglierlo fra noi” successori degli apostoli. Mons. Coutts ha sottolineato il ruolo svolto dalla diocesi di Faisalabad nella “crescita della comunità cristiana: molti sacerdoti e suore lavorano in altre zone del Paese e all’estero: due suore domenicane sono missionarie in Afghanistan”.
 
Durante l’omelia mons. Rufin Anthony (nella foto) ha reso omaggio alla memoria di Francesco Benedetto Cialeo, missionario italiano e vescovo di Faisalabad, che insieme ai frati “cappuccini e domenicani” ha lavorato perché “nascessero vocazioni a livello locale” capaci di “assumere la guida della diocesi”. “La presenza dei missionari è stata una luce per noi – ha ricordato mons. Rufin – Ora dobbiamo andare avanti e lavorare per l’unità e la cooperazione”.
 
Nelle ultime settimane il Pakistan ha registrato diversi casi di persecuzione verso le minoranze religiose, soprattutto cristiane, perpetrate in nome della legge sulla blasfemia. “La situazione è insopportabile – sottolinea il neo-vescovo di Rawalpindi – e le cause affondano nel sentimento di gelosia, pregiudizio e odio: sono elementi presenti anche nelle altre società, ma qui [in Pakistan] assumono anche un carattere confessionale”. Egli conferma che “l’intolleranza religiosa è in continua crescita” ed è sintomo di un “degrado della religione”.
 
Il prelato ha infine ricordato il ruolo “preminente” ricoperto dai cristiani per il “progresso” del Paese, invitando i fedeli a essere “simbolo di unità e luce pure anche se perseguitati” e assicura il proprio impegno per “avvicinare le persone alla Chiesa e gli uni agli altri”.
 
Mons. Rufin Anthony è nato il 12 febbraio 1940 a Khushpur, villaggio nella diocesi di Faisalabad dove è assai radicata la presenza di cattolici; egli ha studiato teologia a Roma ed è stato ordinato prete il 29 giugno 1969. Professore e rettore del Seminario di teologia di Karachi, ha lavorato in diverse parrocchie ed ha ricoperto per due mandati l’incarico di vicario generale della diocesi di Faisalabad.