Tibet, prima vittima per influenza suina. Pechino invia 200mila dosi di vaccino a Lhasa
E' una ragazza di 18 anni ricoverata il 3 ottobre con febbre alta, tosse e infiammazione alle vie respiratorie. Con l’arrivo dell’inverno prosegue la campagna di vaccinazione di massa nel Paese. Stime dell’Oms parlano di oltre 340mila contagi e 4mila decessi in tutto il mondo.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Primo decesso per influenza suina in Tibet. Lo annuncia il Centro cinese per la prevenzione e il controllo delle malattie, secondo cui la vittima è una ragazza di 18 anni della contea di Maizhokunggar, sotto la giurisdizione di Lhasa. In previsione della stagione invernale, le autorità hanno lanciato una campagna di vaccinazione di massa per contenere la diffusione del virus.
 
Il 3 ottobre scorso la ragazza è stata ricoverata all’ospedale pubblico della contea con febbre alta, tosse, infiammazione alle vie respiratorie e dolori muscolari. Nella notte le sue condizioni sono peggiorate, con punte di febbre a 40°. La paziente è deceduta alle 3.20 di domenica 4 ottobre, nonostante gli sforzi profusi dai sanitari che le hanno somministrato – senza specificarne il tipo – farmaci antivirali e antibiotici.
 
In una breve nota, il Ministero della sanità di Pechino conferma “il nostro primo decesso causato dalla nuova influenza”, ma non aggiunge ulteriori dettagli. La morte della giovane è stata comunicata ai responsabili dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms); al contempo le autorità hanno inviato 200mila dosi di vaccino a Lhasa, per contenere la diffusione del virus.
 
Fonti del governo cinese annunciano che, alla fine di settembre, sono più di 21mila i casi di contagio da influenza suina nel Paese; di questi, circa 17mila sono guariti in modo completo e solo 13 hanno presentato serie complicazioni legate al virus.
 
Gli ultimi dati forniti dall’Oms – aggiornati al 2 ottobre – parlano di circa 340mila contagi in tutto il mondo, con un numero di morti di poco superiore a 4mila. I casi di influenza suina nel Sud-est asiatico sono più di 33mila, con circa 400 morti. Nell’area del Pacifico occidentale vi sono 96mila contagi e 383 morti; in Medio oriente poco più di 12mila contagi e 74 vittime.