Haiphong: processati sei attivisti, appendevano manifesti pro-democrazia
Questa settimana nove dissidenti alla sbarra con l’accusa di fare propaganda anti-governativa. Ieri la condanna a tre anni di carcere Vu Hung, attivista di Hanoi che ha accusato il regime di “succhiare il sangue dei cittadini”.
Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Oggi è iniziato il processo contro sei dissidenti vietnamiti, accusati di appendere manifesti pro-democrazia, distribuire volantini e diffondere le loro opinioni su internet. Essi sono parte di un gruppo di nove persone incriminate per la propaganda antigovernativa, in base all’articolo 88 del codice penale. Ieri la condanna a tre anni di reclusione per uno degli attivisti, colpevole di aver appeso un volantino in cui denuncia la corruzione nel Paese che “succhia il sangue delle persone”.
 
Gli accusati sono: Nguyen Xuan Nghia, 60 anni, scrittore e presunto leader del gruppo; Nguyen Van Tinh, 67 anni; Nguyen Kim Nhan, 60 anni; Nguyen Van Tuc, 45 anni; Ngo Quynh, 25 anni e Nguyen Manh Son, 66 anni, ex membro del partito comunista prima di essere espulso.
 
Secondo l’accusa, lo scorso anno i dissidenti hanno appeso alcuni volantini a Haiphong, cittadina portuale della provincia di Hai Duong, in cui affermavano “niente democrazia, libertà o diritti umani, anche a causa del regime comunista”. I manifesti, inoltre, puntavano il dito contro il partito al potere in Vietnam, colpevole dell’alto tasso di inflazione e di “perdere l’arcipelago”, con un probabile riferimento a una disputa territoriale con Pechino nel Mare cinese meridionale.
 
I processi contro i dissidenti si svolgono a porte chiuse; una piccolo gruppo di giornalisti stranieri è autorizzato a seguire il giudizio attraverso monitor a circuito chiuso, ma l’audio è di pessima qualità e spesso è impossibile capire quanto viene detto in aula.  
 
Ieri il tribunale di Hanoi ha condannato a tre anni di galera Vu Van Hung (nella foto), colpevole di aver appeso volantini in cui accusa il governo di “succhiare il sangue” della popolazione. Egli chiedeva anche riforme democratiche, pluralismo e una guida multi-partitica. Fonti della Reuters spiegano che l’uomo appartiene al Blocco 8406, un gruppo costituito tre anni fa che lotta per le riforme democratiche nel Paese.