Papa: il 17 gennaio visiterà la sinagoga di Roma
Benedetto XVI vi si recherà 23 anni dopo la storica visita di Giovanni Paolo II. Non sarà la prima volta dell’attuale papa in un tempio ebraico: nel 2005 a Colonia condannò l’antisemitismo e auspicò un approfondimento del dialogo tra ebrei e cristiani anche per “giungere ad un'interpretazione condivisa di questioni storiche ancora discusse”.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Benedetto XVI visiterà la Sinagoga di Roma nel pomeriggio di domenica 17 gennaio 2010, per “incontrare la Comunità Israelitica, in occasione della 21ma Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei, e della Festa del "Mo’èd di Piombo", che coincide proprio con tale data”.
 
L’annuncio, diffuso oggi dal Vaticano, era attesola tempo, da quando, nel gennaio 2006, il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, gli rivolse l'invito a visitare la sinagoga. L’auspicio espresso dal capo della comunità ebraica romana era che l’incontro potesse avvenire nel ventennale del “ viaggio più lungo” che Giovanni Paolo II compì il 13 aprile 1986, quando andò allo stesso tempio. Quella fu una visita storica, la prima di un papa in una sinagoga fin dai tempi apostolici, e rimarrà legata all’appellativo di “fratelli maggiori” che il papa polacco rivolse agli ebrei.
 
Per Benedetto XVI non sarà la prima volta, da papa, in un tempio ebraico. C’è già stato il 19 agosto 2005, in occasione della Giornata mondiale della gioventù di Colonia. In tale occasione, tra l’altro, Benedetto XVI ha parlato della “radice ebraica del cristianesimo”, ha citato la Nostra Aetate, là dove dice che la Chiesa cattolica “deplora gli odii, le persecuzioni e tutte le manifestazioni di antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque”, e ha aggiunto: “Dobbiamo conoscerci a vicenda molto di più e molto meglio. Perciò incoraggio un dialogo sincero e fiducioso tra ebrei e cristiani: solo così sarà possibile giungere ad un'interpretazione condivisa di questioni storiche ancora discusse e, soprattutto, fare passi avanti nella valutazione, dal punto di vista teologico, del rapporto tra ebraismo e cristianesimo”.