Jakarta: Yudhoyono giura davanti al Parlamento, assente la Megawati
di Mathias Hariyadi
Il presidente inizia il secondo mandato alla guida dell’Indonesia. Nel discorso programmatico promette lotta alla corruzione e un’accelerata alle riforme burocratiche e amministrative. Continua la lotta al terrorismo islamico. La Megawati non perdona il “tradimento” del 2004: Yudhoyono ha abbandonato partito e governo per concorrere alle presidenziali.
Jakarta (AsiaNews) – Combattere la corruzione e dare un’accelerata alle riforme dell’apparato burocratico e amministrativo. Sono i punti salienti del discorso programmatico di Susilo Bambang Yudhoyono che, questa mattina, ha giurato davanti al Parlamento per il suo secondo mandato. Insieme al Capo dello Stato ha giurato anche il vice-presidente Boediono, già governatore della Banca centrale indonesiana. Grande assente alla cerimonia la ex presidente Megawati Sukarnoputri, che, da tempo, nutre rancori personali con Yudhoyono, un tempo suo braccio destro.
 
Yudhoyono, 60 anni, è stato investito del secondo mandato dopo la vittoria alle urne del luglio scorso, in cui ha trionfato al primo turno con oltre il 60% dei voti. Il presidente e il vice-presidente hanno giurato davanti al parlamento indonesiano – il Majelis Permusyawaratan Rakyat (Mpr) a Senayan, nel centro di Jakarta – presieduto da Taufik Kiemas, marito della Megawati; la cerimonia è stata trasmessa in diretta tv.
 
Il Capo dello Stato, eletto nel 2004 per il primo mandato, ha saputo riconquistare la fiducia degli elettori grazie a una politica volta alla stabilizzazione economica dopo anni di difficoltà, conseguenza della dittatura militare che ha segnato il Paese. Egli ha impresso una spinta alla finanza e all’economia nazionale che quest’anno – a dispetto della crisi mondiale – dovrebbe toccare livelli di crescita pari al 4%. Fra i suoi meriti la lotta al terrorismo islamico (l’Indonesia è il Paese musulmano più popoloso al mondo, ndr) grazie alla quale ha conquistato fiducia e rispetto nel panorama politico internazionale.
 
Fra i partiti che sostengono la coalizione guidata da Yudhoyono – capo del Democrat Party – vi sono anche il nazionalista Golkar Party, il movimento radicale islamico Prosperous Justice Party (Pks), il partito islamico moderato National Awakening Party (Pkb), il nazionalista National Mandate Party (Pan), il partito nazionalista e musulmano moderato United Development Party (Ppp). All’opposizione vi sono il nazionalista Hanura, guidato dall’ex capo delle forze armate generale Wiranto e il Gerindra, presieduto da Prabowo Subianto.
 
La vera spina nel fianco per il presidente Yudhoyono è rappresentata dalla Megawati, leader dell’Indonesian Democratic Party Struggle (Pdip), che non ha mai perdonato il “tradimento” dell’attuale presidente, un tempo suo braccio destro. Nel 2004, quando ricopriva la carica di Ministro per la sicurezza e gli affari politici nel governo guidato dalla Megawati, Yudhoyono ha dato le dimissioni dal prestigioso incarico per fondare – in gran segreto – il Democrat Party. Una mossa che la Megawati non gli ha mai più perdonato: oltre alla cerimonia di giuramento di oggi, la ex Capo di Stato non ha mai partecipato, in questi anni, alle celebrazioni del 17 agosto per l’indipendenza del Paese, nonostante i ripetuti inviti personali.
 
Ora Yudhoyono dovrà nominare la squadra di governo: fra i settori chiave quello della Sicurezza - che verrà affidato a Djoko Suyanto, ex capo delle Forze armate e amico personale del presidente - e l’Economia, che dovrebbe andare a Hatta Radjasa, politico moderato di primo piano. Come previsto da politici e analisti, il presidente non dovrebbe assegnare incarichi di primo piano a esponenti del movimento radicale islamico Prosperous Justice Party (Pks), al cui capo dovrebbe andare il dicastero della Informazione.