Re Abdullah avverte Khamenei: no alla “politicizzazione” del pellegrinaggio alla Mecca
Il "Custode" dei luoghi santi dell’islam sottolinea che non verranno tollerate manifestazioni di protesta o attività che mettano a repentaglio la sicurezza dei fedeli. Un riferimento – senza citarlo – alla Guida suprema iraniana, che ha invitato i pellegrini sciiti a dimostrare contro l’Occidente e le guerre in Iraq, Afghanistan, Palestina e Pakistan.
Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – L’Arabia Saudita non permetterà a nessuno di “disturbare l’atmosfera dell’Hajj, mettere a repentaglio la sicurezza dei pellegrini o creare divisioni fra musulmani”. Lo ha affermato ieri re Abdullah, Custode dei luoghi santi dell’islam, durante una riunione dell’esecutivo. Il riferimento, pur senza citarlo, è all’Iran, che nei giorni scorsi aveva invitato i fedeli sciiti diretti alla Mecca a promuovere manifestazioni contro l’Occidente e le guerre in corso in Iraq, Afghanistan, Pakistan e Palestina.
 
Il 25 novembre inizia l’Hajj, il pellegrinaggio maggiore ai luoghi santi dell’islam, che ogni fedele musulmano deve compiere una volta nella vita. Le autorità saudite temono che l’evento – che richiama più di due milioni di persone alla Mecca – possa fungere da preteso per organizzare manifestazioni e proteste di piazza, proibite per legge nel Regno.
 
In un comunicato stampa, l’esecutivo saudita sottolinea che “la politica del Regno non permette a nessuno di interferire con le operazioni pacifiche degli eventi legati all’Hajj e mettere a repentaglio la sicurezza dei pellegrini”. Proibita ogni mossa volta a “creare divisioni” tra musulmani; i fedeli, aggiunge il governo, devono usare la visita ai luoghi santi per “stabilire relazioni più strette con Dio attraverso la preghiera, l’adorazione, la meditazione”.
 
L’avvertimento lanciato dalle autorità saudite, pur senza un riferimento esplicito, è una risposta alle parole pronunciate dall’ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema dell’Iran. Ai pellegrini sciiti in partenza per l’Hajj egli ha chiesto di “mostrare la ferma intenzione della nazione musulmana a fronteggiare i tentativi di minare l’unità e il progresso”. “I pellegrini non possono ignorare – ha aggiunto Khamenei – gli eventi che accadono nel mondo musulmano. Oggi l’Iraq, l’Afghanistan, la Palestina occupata, alcune zone del Pakistan sono sotto la pressione di truppe straniere”.
 
In passato l’Hajj ha registrato gravi incidenti, che hanno causato la morte di centinaia di fedeli. Nel 1987 una manifestazione contro Stati Uniti e Israele, repressa con la forza dalla polizia saudita, ha causato la morte di 402 persone, la maggior parte dei quali sciiti iraniani. In seguito agli incidenti, Teheran ha imposto il boicottaggio per tre anni del pellegrinaggio.