Sale la produzione industriale e il commercio con l’estero, ma lo yuan resta basso
Massima crescita da 19 mesi: produzione +16,1; vendite al dettaglio +16,2. La lo yuan è svalutato di almeno il 50%. Le richieste di Barack Obama all’Apec. Qualche dubbio sulla ripresa.

Pechino (AsiaNews) – Nel mese di ottobre la produzione industriale in Cina è cresciuta al massimo negli ultimi 19 mesi, mostrando segni di ripresa dalla crisi globale. Diversi analisti attribuiscono questa crescita al baso valore dello yuan e domandano che esso venga riapprezzato.

Secondo dati pubblicati oggi dall’Ufficio di statistiche, la produzione è cresciuta del 16,1%, il più forte rialzo dal marzo 2008.

Anche le vendite al dettaglio sono cresciute del 16,2%, mostrando che il consumo interno alla Cina è cresciuto. Le eccedenze nella bilancia commerciale si sono raddoppiate rispetto a settembre, giungendo a 24 miliardi di dollari, segno che la riduzione delle esportazioni, registrate nei mesi passati, è divenuta meno aspra: il minimo da 10 mesi a questa parte.

Le cifre di oggi vengono pubblicate a pochi giorni dall’incontro dei leader dell’area Asia-Pacifico (Apec) a Singapore (14-15 novembre), dove interverrà anche il presidente Barack Obama. Quasi senz’altro Obama domanderà alla Cina di riapprezzare il valore dello yuan, considerato troppo sottovalutato e per questo capace di imporsi in modo concorrenziale nelle esportazioni. Il premier Wen Jiabao ha finora rifiutato pressioni sul  valore dello yuan, sperando di rafforzare ancora di più l’export e assicurare più lavoro e più stabilità nel suo Paese.

Dal luglio 2008 la Cina ha fissato il valore dello yuan a 6,83 per un dollaro Usa, con un apprezzamento del 21% rispetto a tre anni fa. Ma secondo molti economisti, il tasso di cambio reale dovrebbe essere di 1 dollaro Usa per 3,821 yuan (cfr. AsiaNews.it, 09/12/2008 Crisi economica: Stati Uniti e Cina, tempesta valutaria all’orizzonte ).

Vi sono anche dubbi se tutta questa apparente ripresa non sia dovuta al pacchetto di aiuti di 4 mila miliardi di yuan (oltre 390 miliardi di euro) contro la crisi lanciato dal governo lo scorso anno e alle indiscriminate concessioni di prestiti bancari. Secondo la Banca mondiale, più dell’80 della crescita di quest’anno è stata prodotta dal sostegno dello Stato.

A livello di base, fra la popolazione si registrano prezzi al consumo sempre più alti. Allo stesso tempo, dopo che decine di milioni di lavoratori migranti sono stati licenziati (per il cadere delle esportazioni), ora vengono riassunti in parte, ma con salari ancora più inferiori di prima.