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I Testimoni di Geova scrivono a Medvedev: perseguitati come in epoca sovietica
La comunità religiosa lamenta processi “arbitrari”, persecuzioni e una campagna di “demonizzazione” da parte di tribunali e stampa. Al presidente russo chiedono di “garantire i principi costituzionali” e di “proteggerci dagli abusi delle burocrazie”.
Kalin afferma che la comunità religiosa è presente in Russa da oltre 100 anni e ricorda che solo sotto il regime sovietico i Testimoni di Geova hanno sofferto persecuzioni e discriminazione. Il capo del Comitato direttivo parla di un processo di “demonizzazione” messo in atto da alcuni tribunali con il sostegno della stampa.
Riferendosi all’articolo programmatico di Medvedev, intitolato “Avanza Russia!” e pubblicato il 10 settembre scorso sul sito di gazeta.ru, Kalin si appella agli ideali di laicità e pacifica convivenza enunciati dal presidente. Il rappresentante dei Testimoni di Geova ricorda che l’organizzazione è presente in 263 Paesi e “solo in 25 essi patiscono la restrizione della libertà di coscienza” sottolineando che si tratta di “nazioni famose per la cruenta violazione dei diritti umani”.
I Testimoni di Geova chiedono a Medvedev di “garantire i principi costituzionali” e di “proteggerci dagli abusi delle burocrazie”. Nella lettera di Kalin si legge: “I diritti di base per i quali i Testimoni di Geova stanno combattendo oggi sono di vitale importanza per mantenere in Russia le libertà democratiche e la costruzione della società civile”.