Abbattuto e trasformato in parco il Pontificio istituto S. Pio X di Da Lat
di Trung Tin
I vescovi del Paese hanno ripetutamente chiesto, finora invano, alle autorità di poter riutilizzare la struttura - in passato proprietà del Vaticano - come seminario. La Conferenza episcopale si è rivolta ora al Primo ministro.
Da Lat (AsiaNews) – Le autorità di Da Lat, nel sud del Vietnam, stanno abbattendo il Pontificio istituto San Pio X di Da Lat per farne un “parco culturale e urbano”. E ciò malgrado le ripetute richieste avanzate dai vescovi del Paese di poter tornare a fare un seminario di quella che era una proprietà della rappresentanza vaticana in Vietnam, dalla quale sono usciti 13 dei vescovi e 306 dei sacerdoti che attualmente operano nel Paese.
 
L’Istituto aveva aperto le porte per alla sua prima classe il 13 settembre 1958. Era stato realizzato dal gesuita padre Ferdinand Lacretelle, giunto a Saigon nel 1957, su richiesta dei vescovi vietnamiti e il Vaticano aveva affidato alla Compagnia di Gesù la responsabilità del seminario. Alla sua guida ci sono stati religiosi provenienti da Francia, Italia, Spagna e Canada.
 
Il primo agosto 1961 l’ambasciatore Mario Brini pose la prima pietra per la ricostruzione della struttura e mons. Francesco De Nittis, in rappresentanza del nunzio,  organizzò l’inaugurazione il 23 aprile 1964. Il 21 settembre di quello stesso anno, un decreto (604BCTNG/ND/HC.TC. 3) del governo dell’allora Vietnam del sud garantiva “la perenne proprietà al Consolato del Vaticano dell’appezzamento n. 54, foglio 20 di Dalat City, un’area di 79.200 metri quadrati”.
 
Fino al 1975 l’Istituto raccoglieva seminaristi delle diocesi del Sud, col risultato di formare 14 vescovi. Tolto mons. Peter Nguyen Van Nho, che è morto, gli altri operano per la Chiesa vietnamita. Con loro 306 sacerdoti, usciti dallo stesso San Pio X, 227 diocesani e 79 religiosi.
 
Nella situazione politica creatasi dopo il 1975, il Pontificio istituto cessò la sua attività di formazione nell’estate del 1977 e nel 1980 il governo lo sottrasse alla Conferenza episcopale.
 
Nel 1987, il governo vietnamita ha aperto le porta all’economia di mercato e, passo passo, il Paese è entrato in un periodo di rinnovamento e di integrazione con il resto del mondo. Al tempo stesso, la Chiesa vietnamita si è trovata ad avere scarsità di sacerdoti da mandare in parrocchia. Così i vescovi hanno chiesto al governo la restituzione del Pontificio istituto per avere la possibilità di dare una formazione altamente qualificata ai sacerdoti. Da allora, ogni volta che se ne è data l’opportunità, la Conferenza episcopale e la diocesi di Da Lat hanno rinnovato la domanda.
 
Al momento, però, le autorità locali stanno abbattendo l’Istituto. Il vescovo di Da Lat (nella foto), che è presidente della Conferenza episcopale, è tornato a presentare l’esigenza della Chiesa. “Quando – dice mons. Nguyen Van Nhon – ho visto che nell’area del Pontificio istituto si stava realizzando un parco, il 22 novembre del 2008, a nome dell’episcopato, l’ufficio del vescovo di Da Lat ha inviato una petizione alle autorità della provincia di Lam Dong per chiedere di fermare i lavori. In risposta, ha ricevuto una lettera (n. 8860/UBND-DC) del Comitato provinciale del popolo, secondo la quale la diocesi avrebbe dovuto dare sostegno alla costruzione del parco.
 
Il vescovo si è rivolto alle autorità di Da Lat informando che “a nome dell’episcopato vietnamita, il 19 dicembre 2008 ho inviato un messaggio al capo del Comitato del governo per gli affari religiosi per presentare le necessità della Chiesa e informarlo della petizione del 22 novembre”.
 
“Recentemente - dice ancora il vescovo - quando ho visto una grande costruzione nell’area del Pontificio istituto San Pio X, a nome della Conferenza episcopale, l’11 febbraio di quest’anno mi sono ricolto al Primo ministro e alle alte autorità della provincia di Lam Dong per chiedere di riconsiderare le aspirazioni della Conferenza episcopale, di poter usare la struttura per la formazione dei sacerdoti”. “Seguendo le indicazioni dei responsabili della Conferenza episcopale e dei tre arcivescovi di Hanoi, Hue e Ho Chi Minh City - conclude - continueremo a sottomettere al Primo ministro le aspirazioni davvero pressanti della Chiesa cattolica in Vietnam”.